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Teleconferenza dell'Iniziativa Comunista Europea sul centenario della fondazione dell'Unione Sovietica - Intervento di Dimitris Koutsoumbas, Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE

Cari compagni,

gli sviluppi internazionali e nazionali dei cento anni trascorsi dalla fondazione dell'URSS confermano la necessità di arricchire la nostra concezione programmatica del socialismo, integrandovi tutte le esperienze sia positive sia negative tratte dal percorso stesso della costruzione del socialismo nel Novecento e traendo conclusioni utili dalla vittoria della controrivoluzione, innanzitutto nell'URSS.

Siamo pienamente consapevoli del fatto che la ricostruzione della fiducia nel socialismo è legata all'elaborazione di una strategia rivoluzionaria per la transizione al socialismo, a una valutazione oggettiva dell'intero percorso della costruzione del socialismo e a un'interpretazione delle cause del prevalere della controrivoluzione e quindi della restaurazione del capitalismo.

Riteniamo che quest'obbligo sia urgente e opportuno per il nostro partito, così come per ogni partito comunista. Ormai da oltre un secolo, la polemica borghese attacca il movimento comunista, assumendo sovente la forma di elitismo intellettuale e concentrando il proprio fuoco sul nucleo rivoluzionario del movimento operaio; in generale, questi ambienti attaccano la necessità della rivoluzione e il suo frutto politico, la dittatura del proletariato - vale a dire il potere dei lavoratori rivoluzionari. In particolare, attaccano i risultati della prima rivoluzione vittoriosa, la Rivoluzione d'Ottobre russa, denigrando ferocemente ogni fase in cui la Rivoluzione smascherò e respinse le attività controrivoluzionarie e le barriere dell'opportunismo, che in ultima analisi stavano indebolendo la Rivoluzione - in modo diretto o indiretto - a livello sociale e politico.

 

Ormai da oltre un secolo, ogni corrente che nega, ritratta o abbandona la necessità della lotta rivoluzionaria viene spacciata come «socialismo democratico», in opposizione al cosiddetto comunismo «totalitario», «dittatoriale» o «golpista». Siamo ben consapevoli di queste polemiche e calunnie contro il comunismo scientifico, contro la lotta di classe. Esse investono non soltanto le condizioni sotto il capitalismo, ma, in forme e condizioni diverse, anche il processo di formazione delle nuove relazioni sociali, così come la loro espansione e maturazione in relazioni comuniste.

Per questa ragione nel dibattito sulla «democrazia socialista» vengono utilizzati pesi e misure diversi per valutare eventi accaduti durante una fase o un'altra, con l'esplicito obiettivo di cancellare il contributo della costruzione del socialismo. In alcuni casi vengono negati per intero i settant'anni di storia dell'URSS, in altri viene preso di mira specificamente il periodo durante il quale furono gettate le basi del suo socialismo. In ogni caso, queste polemiche appoggiano sistematicamente le pratiche politiche che costituirono deviazioni dal percorso socialista.

Il KKE rimane saldo nella difesa del contributo del percorso socialista dell'URSS, e più in generale della costruzione del socialismo nel Novecento, della lotta per il progresso sociale, per l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Oggi il nostro partito è più ferrato sul piano ideologico e più esperto sul piano politico, e quindi è in grado di confutare gli attacchi ideologici delle centrali borghesi.

Abbiamo studiato e continuiamo a studiare e a sottoporre alla nostra riflessione il percorso implacabile della lotta di classe per la transizione alla nuova società, per la sua fondazione e il suo sviluppo, per l'espansione e l'approfondimento dei nuovi rapporti di produzione e distribuzione e di tutte le relazioni sociali e per la creazione dell'uomo nuovo.

Mettiamo in evidenza le contraddizioni, gli errori e le deviazioni verificatisi sotto la pressione dei rapporti di forza internazionali, senza per questo cadere nel nichilismo indiscriminato in relazione al contributo dell'URSS e del socialismo. Esaminiamo la realtà in modo critico e autocritico, in modo da rafforzare il KKE in quanto membro del movimento comunista internazionale nella lotta per il rovesciamento del capitalismo e per la costruzione del socialismo. Al tempo stesso, riteniamo che anche le nostre debolezze, i nostri limiti teorici e i nostri errori di valutazione abbiano costituito una parte dei problemi del movimento comunista internazionale.

Siamo ben consapevoli del fatto che i futuri studi storici condotti dal nostro partito e dal movimento comunista a livello internazionale faranno ulteriore luce sui problemi relativi all'esperienza dell'URSS e degli altri Paesi socialisti. Inoltre, l'elaborazione della teoria del socialismo-comunismo costituisce una necessità, un processo vivo, una sfida per il nostro partito e per il movimento comunista internazionale, sia oggi sia nel futuro.

 

 

I DUE PERIODI TRENTENNALI DELL'ESISTENZA DELL'URSS (1922-1956 E 1956-1991) E LA PIÙ CHE TRENTENNALE BARBARIE CAPITALISTA SEGUITA ALLA DISSOLUZIONE DELL'URSS (1991-2022)

Compagni,

il 30 dicembre di quest'anno segna il centenario della fondazione dell'URSS, che ebbe luogo il 30 dicembre 1922. Dobbiamo analizzare i cent'anni trascorsi da quello storico momento rispondendo ad alcuni interrogativi specifici e cruciali:

Primo: La fondazione dell'URSS dopo la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre ebbe conseguenze positive per i popoli e le nazionalità dell'Unione Sovietica, oltre che per i popoli del mondo intero?

Secondo: Si trattò di un percorso positivo ed efficace in tutte le sue manifestazioni, privo di errori, debolezze, fallimenti e arretramenti? E in caso contrario, quali furono le cause di questi elementi negativi, dove andavano ricercate, e quali origini avevano? Questi elementi influenzarono e in ultima analisi determinarono la dissoluzione dell'URSS e il rovesciamento del sistema socialista?

Terzo: Il mondo è divenuto migliore o peggiore dopo la dissoluzione dell'URSS? I popoli del mondo hanno tratto beneficio o danno da questo primo grande arretramento storico dell'umanità, dal passaggio dall'«assalto al cielo» a un tragico scivolamento nelle «tenebre degli inferi»?

Solitamente non siamo inclini a periodizzare la storia; ci sia tuttavia consentita una breve analisi e una valutazione oggettiva dei cento anni trascorsi da allora (1992-2022).

Naturalmente, questo secolo fu preceduto da un periodo durante il quale lo sviluppo del capitalismo e la lotta di classe portarono inevitabilmente alla ribalta della storia il comunismo - dal «Manifesto del Partito Comunista» redatto nel 1848 da Marx ed Engels e dalla prima rivoluzione proletaria della Comune di Parigi del 1871 sino alla vittoriosa Rivoluzione Socialista d'Ottobre in Russia nel 1917.

La rivoluzione del 1917 segnò l'inizio di una delle più grandi conquiste della civiltà nella storia umana, cioè l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. La rivoluzione trionfò grazie alla guida del partito di Lenin in Russia, mentre i potenti Stati imperialisti, alleati nell'Intesa, tentavano di contrastarla. Fu condotta nel pieno di un intervento armato che mirava a soffocarla per mezzo di una feroce guerra civile condotta dal vecchio potere, cioè dai proprietari della ricchezza. La rivoluzione ne uscì vittoriosa e fu all'origine della fondazione dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche alla fine del 1922.

Così ebbe inizio il nuovo percorso storico dell'URSS, dal 30 dicembre 1922 al 26 dicembre 1991, quando la bandiera rossa con la falce e il martello fu ammainata sul Cremlino. Da allora, la speranza passò dall'Unione Sovietica - il faro che aveva illuminato il cammino dei popoli per tutti quei decenni - nuovamente sulla sola lotta del popolo!

 

 

Il contributo del socialismo negli anni dell'esistenza dell'URSS

Nell'insieme, nel corso dei 69 anni di esistenza dell'URSS, malgrado i problemi, il sistema socialista ha dimostrato la superiorità del socialismo sul capitalismo e gli enormi vantaggi da esso offerti in termini di condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori.

L'Unione Sovietica e il sistema socialista mondiale costituivano l'unico reale contrappeso all'aggressione imperialista. Il ruolo dell'Unione Sovietica nella vittoria popolare antifascista durante la seconda guerra mondiale fu decisivo. Le vittorie dell'Armata Rossa favorirono in modo determinante lo sviluppo dei movimenti di liberazione nazionale e antifascista, guidati dai partiti comunisti. In molti Paesi dell'Europa centrale e orientale la lotta antifascista, con il cruciale contributo dell'URSS, si legò al rovesciamento del potere borghese.

Gli Stati socialisti offrirono storici esempi di solidarietà internazionalista ai popoli in lotta contro lo sfruttamento, l'occupazione straniera e gli interventi imperialisti. Contribuirono in misura decisiva alla dissoluzione del colonialismo e alla limitazione degli scontri e dei conflitti militari.

Le vittorie dei lavoratori nei Paesi socialisti costituirono un punto di riferimento per diversi decenni e contribuirono ai progressi conquistati dal movimento sindacale e popolare nei Paesi capitalisti. I rapporti di forza internazionali venutisi a creare dopo la seconda guerra mondiale costrinsero in qualche misura gli Stati capitalisti ad arretrare e a manovrare allo scopo di frenare la linea rivoluzionaria delle lotte, creando condizioni per la cooptazione del movimento sindacale.

L'abolizione dei rapporti di produzione capitalisti liberò l'umanità dai vincoli della schiavitù del salario e preparò il terreno per la produzione e per lo sviluppo delle scienze, con l'obiettivo di soddisfare i bisogni delle persone. In tal modo, ognuno poteva contare su un impiego garantito, su sanità e scuola gratuite, su servizi a basso costo forniti dallo Stato, sull'alloggio e sull'accesso alla creatività intellettuale e culturale. Il completo sradicamento del terribile retaggio dell'analfabetismo, insieme all'aumento del livello generale di scolarizzazione e di specializzazione e all'abolizione della disoccupazione rappresentano alcuni dei successi impareggiabili del socialismo.

Nell'Unione Sovietica l'orario di lavoro era tra i più brevi del mondo. A tutti i lavoratori venivano garantiti periodi di riposo e ferie annuali pagate. Il tempo libero dal lavoro fu ampliato e il suo contenuto mutò. Si trasformò in tempo dedicato allo sviluppo del livello culturale ed educativo dei lavoratori, all'arricchimento della loro partecipazione al potere operaio e al controllo della gestione delle unità produttive.

Lo Stato sociale per i lavoratori costituiva una priorità assoluta per lo Stato socialista. Fu creato un sistema pensionistico completo, con l'importante successo costituito dall'abbassamento dei limiti di età per la pensione (55 anni per le donne, 60 per gli uomini).

Il potere socialista gettò le basi per l'abolizione della diseguaglianza delle donne, superando grandi difficoltà oggettive. Garantì nella pratica concreta il carattere sociale della maternità e la cura sociale dei bambini.

La dittatura del proletariato, il potere dei lavoratori rivoluzionari, uno Stato che esprimeva gli interessi della maggioranza della società costituita dagli sfruttati, e non quelli della minoranza degli sfruttatori, si rivelarono una forma superiore di democrazia. Per la prima volta nella storia, l'unità di produzione poté trasformarsi in un nucleo della democrazia, con la partecipazione rappresentativa dei lavoratori a livello di potere e amministrazione, e la possibilità per i lavoratori di eleggere e destituire i loro rappresentanti negli organi superiori del potere. Il potere operaio portò le masse dai margini al centro e nacque un enorme numero di organizzazioni di massa - sindacali, culturali, educative, femminili e giovanili - in cui trovava posto la maggior parte della popolazione.

La propaganda borghese e opportunista, che parla di mancanza di libertà e di regimi anti-democratici, promuove le concezioni borghesi di «democrazia» e «libertà», identificando la democrazia con il parlamentarismo borghese e la libertà con l'individualismo borghese e con la proprietà privata capitalista. La vera essenza della libertà e della democrazia sotto il capitalismo sono la coercizione economica costituita dalla schiavitù del salario e la dittatura del capitale, nella società in generale e in particolare all'interno delle imprese capitaliste.

La Rivoluzione d'Ottobre avviò un processo di eguaglianza tra le nazioni e le nazionalità nel contesto di un gigantesco Stato multi-nazionale e indicò una direzione per la risoluzione della questione delle nazionalità abolendo l'oppressione nazionale in ogni sua forma e manifestazione. Questo processo, tuttavia, fu indebolito nel periodo di erosione del rapporti socialisti, fino a venire interrotto dagli sviluppi contro-rivoluzionarie degli anni Ottanta.

Le conquiste innegabilmente ottenute nei Paesi socialisti, sia rispetto alle loro condizioni di partenza sia rispetto al tenore di vita dei lavoratori nel mondo capitalista, dimostrano che il socialismo ha la capacità intrinseca di accrescere la prosperità della società in modo rapido e costante e di promuovere lo sviluppo completo delle persone.

Il contributo e la superiorità della costruzione del socialismo nell'URSS vanno valutati in rapporto alla strategia imperialista di accerchiamento, che causò grandi distruzioni opponendo continui ostacoli e minacce.

Valutazione del percorso della costruzione del socialismo nell'URSS dalla sua fondazione (1922) alla sua trasformazione opportunista e agli errori commessi che condussero all'assalto finale delle forze controrivoluzionarie che ne causarono la dissoluzione (1991)

Il primo periodo della costruzione del socialismo sino alla seconda guerra mondiale si concentrò sull'obiettivo primario di abolire la proprietà capitalista e gestire in modo pianificato i problemi sociali ed economici ereditati dal capitalismo ed esacerbati dall'accerchiamento e dall'aggressione imperialista. Fu durante questo periodo che il potere sovietico ridusse notevolmente le profonde diseguaglianze che la rivoluzione aveva ereditato dall'impero zarista.

Durante il periodo 1917-1940 il potere sovietico riportò soprattutto successi. Realizzò l'elettrificazione e la meccanizzazione di gran parte della sua produzione agricola. Avviò la produzione pianificata e raggiunse livelli straordinari nello sviluppo della produzione industriale socialista. Sviluppò con successo le capacità produttive interne in tutti i settori economici. Furono create le cooperative di produzione (kolkhoz) e le imprese agricole statali (sovkhoz), che gettarono le basi per l'espansione e il predominio dei rapporti socialisti nella produzione agricola. Fu attuata una «rivoluzione culturale». Fu avviata la formazione di una nuova generazione di specialisti e scienziati comunisti. Il successo più importante fu l'abolizione completa dei rapporti di produzione capitalisti, con l'abolizione della manodopera salariata, che gettò le basi per la nuova costruzione socio-economica.

Nel periodo precedente la seconda guerra mondiale furono create la basi per lo sviluppo della nuova società. La lotta di classe, che condusse all'abolizione dei rapporti capitalisti e al predominio del settore socializzato della produzione basato sulla pianificazione centralizzata, fu condotta con successo. Furono riportati risultati straordinari nell'accrescimento della prosperità sociale.

Dopo la seconda guerra mondiale e la ripresa postbellica, la costruzione del socialismo entrò in una nuova fase. Il partito dovette fronteggiare nuove esigenze e nuove sfide. Il XX Congresso del PCUS (1956) costituisce un punto di svolta, poiché fu in quel congresso che furono adottate una serie di posizioni opportuniste su questioni relative all'economia, alla strategia del movimento comunista e alle relazioni internazionali. I rapporti di forza nello scontro che aveva avuto luogo durante tutto il periodo precedente si modificarono a vantaggio delle posizioni revisioniste e opportuniste. Di conseguenza, il partito iniziò a perdere progressivamente il suo carattere rivoluzionario.

La resistenza sociale alla necessità dell'espansione e dell'approfondimento dei rapporti di produzione socialisti - animata dagli agricoltori dei kolkhoz e dai dirigenti della produzione agricola e industriale - trovò espressione a livello ideologico e politico in uno scontro interno al partito all'inizio degli anni Cinquanta. L'inasprirsi dello scontro, che si concluse con l'accettazione teorica della legge del valore come legge del socialismo, determinò scelte politiche che ebbero conseguenze più dirette e profonde sul percorso dello sviluppo socialista rispetto a quanto avvenuto nel periodo pre-bellico, quando l'arretratezza materiale aveva reso meno grave l'effetto di queste posizioni teoriche.

Queste forze trovarono espressione politica nelle posizioni adottate nelle risoluzioni del XX Congresso del PCUS, un congresso segnato dal prevalere del deviazionismo opportunista di destra. Furono progressivamente adottate scelte politiche che ampliarono le relazioni basate su merci e denaro (potenzialmente capitaliste) in nome dell'eliminazione delle debolezze della pianificazione centralizzata e dell'amministrazione delle unità di produzione socialiste.

Per risolvere i problemi insorti nell'economia furono impiegati strumenti e soluzioni che appartenevano al passato. Per effetto della promozione di politiche di «mercato», di proprietà sociale e di pianificazione centralizzata, di omogeneizzazione della classe operaia (con l'ampliamento delle capacità e delle opportunità di multi-specializzazione, per l'alternanza nella divisione tecnica del lavoro), la partecipazione dei lavoratori all'organizzazione del lavoro e il controllo esercitato dal basso da parte dei lavoratori non furono rafforzati; al contrario, ebbe inizio una tendenza opposta. In questo contesto, il livello di coscienza sociale iniziò a declinare. Le precedenti esperienze, l'efficacia dei soviet di fabbrica e del movimento stakhanovista nel controllo della qualità, per un'organizzazione e una gestione più efficienti, e le innovazioni relative alla conservazione del materiale e agli orari di lavoro eccetera - tutto questo andò perduto.

La deriva teorica e il conseguente arretramento politico dell'URSS si verificarono in una nuova fase in cui le forze produttive avevano raggiunto un livello di sviluppo superiore e richiedevano un corrispondente sviluppo della pianificazione centralizzata. In altre parole, era maturata la necessità di un approfondimento dei rapporti socialisti.

Negli anni Ottanta, con la perestrojka, l'opportunismo si trasformò definitivamente in una forza traditrice e controrivoluzionaria.

La risoluzione del XXVII Congresso (1986) rappresentò un'ulteriore scelta opportunista. Successivamente, la controrivoluzione fu favorita anche con l'approvazione della legge (1987) che legittimava formalmente i rapporti economici capitalisti, camuffati da accettazione di molteplici forme di proprietà. Le forze comuniste coerenti che reagirono durante la fase finale di questo tradimento, in occasione del XXVIII Congresso, non riuscirono a smascherarlo in tempo e a organizzare la reazione rivoluzionaria della classe operaia.

Siamo convinti che la linea della «coesistenza pacifica», così come fu elaborata nel periodo post-bellico, in parte al XIX Congresso (ottobre 1952) e soprattutto al XX Congresso del PCUS (1956), abbia costituito una presa d'atto della barbarie e dell'aggressione capitalista messe in atto dagli USA e dalla Gran Bretagna e da alcuni settori della borghesia e delle sue espressioni politiche negli Stati capitalisti dell'Europa occidentale - ma non in quanto elemento intrinseco del capitalismo monopolistico, cioè in quanto imperialismo. In tal modo furono alimentate percezioni utopistiche, quale quella secondo cui sarebbe stato possibile che l'imperialismo accettasse di coesistere a lungo termine con forze che avevano spezzato il suo dominio mondiale.

La strategia univoca messa in atto dal capitalismo contro gli Stati socialisti e il movimento sindacale nei Paesi capitalisti fu sottovalutata. Le contraddizioni tra gli Stati capitalisti, che naturalmente contenevano un elemento di dipendenza - com'è inevitabile nell'ambito della piramide imperialista - non furono analizzate in modo corretto.

La posizione di molti partiti comunisti nei riguardi della socialdemocrazia rientrava in questa strategia. L'idea che fosse possibile distinguere una socialdemocrazia di «sinistra» e una di «destra» divenne dominante tra i partiti comunisti, e questo indebolì gravemente la lotta ideologica contro di essa. In nome dell'unità della classe operaia, i partiti comunisti fecero una serie di concessioni ideologiche e politiche, mentre i proclami di unità elevati dalla socialdemocrazia miravano non a rovesciare il sistema capitalista, bensì ad allontanare la classe operaia dall'influenza delle idee comuniste e ad alienarla dalla sua natura di classe.

Nell'Europa occidentale, la corrente opportunista nota come «eurocomunismo» divenne predominante all'interno di molti partiti comunisti, sfruttando il pretesto delle peculiarità nazionali di ciascun Paese. Questa corrente negava le leggi scientifiche della rivoluzione socialista, la dittatura del proletariato e la lotta rivoluzionaria in generale.

L'interazione opportunista tra i partiti comunisti dei Paesi capitalisti e i partiti comunisti al governo si rafforzò di fronte alla minaccia di un attacco nucleare contro i Paesi socialisti, all'inasprirsi della lotta di classe nei Paesi socialisti (Europa centrale e orientale) e a nuove guerre imperialiste (per esempio contro Vietnam e Corea). La tattica flessibile dell'imperialismo ebbe conseguenze sullo sviluppo dell'opportunismo nei partiti comunisti degli Stati socialisti e sull'indebolimento della costruzione del socialismo e della lotta rivoluzionaria nell'Europa capitalista e in tutto il mondo. Così, in modo diretto o indiretto, la pressione imperialista sugli Stati socialisti si intensificò.

Cari compagni,

Nel complesso la direzione che prevalse non va valutata oggi soltanto in una prospettiva teorica, ma anche in funzione delle sue conseguenze pratiche. Dopo l'applicazione di quelle riforme nell'URSS, è evidente che i problemi si erano acuiti. La stagnazione risollevò la testa per la prima volta nella storia della costruzione del socialismo. L'arretratezza tecnologica continuava a costituire una realtà per la grande maggioranza delle imprese. Si verificavano carenze di numerosi prodotti di consumo e problemi nell'ambito del «mercato», perché le imprese provocavano aumenti artificiosi dei prezzi facendo incetta di merci e lasciandole nei depositi o distribuendole in quantità limitata.

Un segnale importante dell'arretramento dell'economia sovietica negli anni Settanta fu rappresentato dal declino della quota dell'URSS nella produzione mondiale di materie prime e nella manifattura.

La crescente integrazione di elementi di mercato nella produzione sociale diretta del socialismo la stava indebolendo. Essa condusse a un declino nella dinamica dello sviluppo socialista. Gli interessi individuali e di gruppo a breve termine (con l'aumento della differenziazione di reddito tra i lavoratori di ogni impresa, tra gli operai e i dirigenti e tra imprese diverse) furono promossi a scapito degli interessi generali della società. Con il trascorrere del tempo, furono create le condizioni sociali per il prosperare della controrivoluzione, che finì per prevalere sfruttando la perestrojka come veicolo.

Queste riforme crearono la possibilità di investire nel mercato «nero» (illegale) il denaro accumulato soprattutto con mezzi illegali (contrabbando eccetera). Queste opportunità coinvolgevano soprattutto i funzionari dei livelli dirigenziali di imprese e settori e i quadri dei kolkhoz e del commercio con l'estero. Anche la Procura Generale dell'URSS fornì dati riguardanti la cosiddetta economia sommersa. Secondo queste statistiche, anche una parte significativa della produzione delle cooperative e delle imprese agricole statali veniva distribuita ai consumatori con mezzi illegali.

Le differenze di reddito tra i singoli kolkhoznik, i produttori agricoli, aumentarono, così come la loro opposizione alla tendenza a rafforzare il carattere direttamente sociale della produzione agricola. Una parte degli agricoltori e dei quadri dirigenziali dei kolkhoz che si stavano arricchendo si rafforzò, venendo a costituire un settore sociale che ostacolava la costruzione del socialismo. La differenziazione sociale nell'industria divenne ancor più pronunciata, attraverso la concentrazione dei «profitti d'impresa».

Il cosiddetto «capitale-ombra», derivante non soltanto dall'arricchimento ottenuto mediante i profitti di impresa ma anche dal mercato nero e da appropriazioni criminali dei prodotti sociali, era in cerca di uno spazio legale in quanto capitale di produzione - perseguiva cioè la privatizzazione dei mezzi di produzione, la restaurazione del capitalismo. Coloro che lo possedevano costituirono la forza sociale trainante della controrivoluzione. Traevano vantaggio dalle loro cariche negli apparati di Stato e di partito. Ottennero inoltre l'appoggio di settori della popolazione che oggettivamente, a causa della loro situazione, erano più vulnerabili all'influenza dell'ideologia e delle chimere della borghesia. Queste forze indebolirono il partito in modo diretto e indiretto, intensificandone la deriva opportunista e la degenerazione controrivoluzionaria che trovavano espressione nella politica della «perestrojka» e perseguivano il consolidamento istituzionale dei rapporti capitalisti. Questo risultato fu ottenuto dopo la perestrojka, con il rovesciamento del socialismo.

Cari compagni,

La costruzione del socialismo è un processo ininterrotto, che inizia con la conquista del potere da parte della classe operaia. All'inizio viene a formarsi il nuovo modo di produzione, che diviene dominante dopo la totale abolizione dei rapporti capitalisti, del rapporto tra capitale e lavoro salariato. In seguito, i nuovi rapporti si ampliano e si approfondiscono, e i rapporti comunisti e l'uomo nuovo si sviluppano raggiungendo un nuovo livello che ne garantisce il predominio irreversibile - a patto che i rapporti capitalisti siano stati aboliti a livello mondiale o almeno nei Paesi più sviluppati e influenti del sistema capitalista.

Il percorso socialista implica la possibilità di arretramenti e di ricadute nel capitalismo. Questi arretramenti non sono un fenomeno nuovo nello sviluppo sociale, e in ogni caso rappresentano fenomeni temporanei nel corso della sua storia. È una realtà inconfutabile che nessun sistema socio-economico si è mai consolidato istantaneamente nel corso della storia umana. La transizione da una fase inferiore di sviluppo a una superiore non è un processo lineare verso l'alto. Lo dimostra la storia stessa del dominio del capitalismo.

La formazione del modo di produzione comunista ha inizio con la socializzazione dei mezzi di produzione concentrati, con la pianificazione centralizzata, con la distribuzione della forza-lavoro nei diversi settori economici, con la distribuzione pianificata dei prodotti sociali, con la formazione delle istituzioni del controllo esercitato dai lavoratori. Sulla base di questi nuovi rapporti economici, le forze produttive, l'uomo e i mezzi di produzione si sviluppano rapidamente; la produzione e l'intera società si organizzano. Viene conseguita l'accumulazione socialista, un nuovo livello di prosperità sociale.

La socializzazione sotto il socialismo, così come l'intera organizzazione dell'economia e della società, si realizza per mezzo dello Stato della classe operaia, sotto la guida del partito comunista, che si basa sulla mobilitazione delle masse lavoratrici, sul controllo operaio.

Qualunque ritardo o - ciò che più conta - qualunque arretramento nello sviluppo dei rapporti socialisti conduce a un inasprimento della contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione. Su queste basi, le contraddizioni e le differenziazioni sociali possono trasformarsi in antagonismi sociali che conducono a un inasprimento della lotta di classe. All'interno del socialismo esiste una base oggettiva che racchiude la possibilità che le forze sociali agiscano, in determinate condizioni, da potenziali portatrici di relazioni di sfruttamento - come è avvenuto nell'URSS.

Dopo un certo periodo, il partito perse progressivamente il suo carattere di guida rivoluzionaria, e di conseguenza le forze controrivoluzionarie ebbero modo di prevalere nel partito e negli ambiti di potere.

Noi definiamo gli sviluppi del 1989-1991 una vittoria della controrivoluzione. Questi eventi costituirono l'ultimo atto del processo che condusse al rafforzamento delle diseguaglianze sociali e delle differenze - il trionfo delle forze della controrivoluzione e della regressione sociale. Non è un caso che questi sviluppi siano stati appoggiati dalla reazione internazionale - che la costruzione del socialismo, specie nel periodo dell'abolizione dei rapporti capitalisti e della fondazione del socialismo, fino alla seconda guerra mondiale, sia stata oggetto dell'attacco ideologico e politico dell'imperialismo internazionale.

La vittoria della controrivoluzione nel 1989-1991 non dimostra l'assenza del livello essenziale di sviluppo delle precondizioni materiali necessarie per l'inizio della costruzione del socialismo in Russia.

Tuttavia, il socialismo dovette fronteggiare ulteriori difficoltà a causa del fatto che la costruzione del socialismo ebbe inizio in un Paese il cui livello di sviluppo delle forze produttive (medio-debole, secondo la definizione di V. I. Lenin) era inferiore a quello dei Paesi capitalisti avanzati e caratterizzato da una forte eterogeneità, a causa delle cospicue sopravvivenze di rapporti pre-capitalisti, in particolare nelle ex-colonie asiatiche dell'impero zarista. In seguito, il socialismo dovette affrontare le distruzioni causate dalla seconda guerra mondiale, mentre potenze capitaliste quali gli USA non avevano mai vissuto la guerra all'interno dei loro confini. Al contrario, esse sfruttarono la guerra per superare la profonda crisi economica degli anni Trenta.

Il notevole sviluppo economico e sociale realizzato in queste condizioni dimostra la superiorità dei rapporti di produzione comunisti, perfino al loro livello iniziale di sviluppo.

La controrivoluzione nell'URSS non fu causata da un intervento militare imperialista, bensì da un processo che agì dall'interno e dall'alto, causato dalla trasformazione opportunista del partito comunista e dalla corrispondente direzione politica imboccata dal potere sovietico.

Noi attribuiamo la priorità ai fattori interni, alle condizioni socio-economiche che riproducono l'opportunismo sulle fondamenta della costruzione del socialismo, senza naturalmente sottovalutare le conseguenze a lungo termine e le interferenze a più livelli dell'imperialismo nello sviluppo dell'opportunismo e nella sua trasformazione in forza controrivoluzionaria.

Di conseguenza, la natura scientifica e di classe delle politiche del partito comunista costituisce una precondizione decisiva per la costruzione del socialismo. Nella misura in cui questo carattere va perduto, l'opportunismo si sviluppa e, se non viene affrontato, si trasforma progressivamente in una forza controrivoluzionaria.

Il nostro partito si è assunto le sue responsabilità per gli errori di valutazione e l'incapacità teorica di capire tutti questi sviluppi in modo tempestivo e approfondito.

Questo approccio critico alla posizione del KKE nei riguardi della costruzione del socialismo non mette in discussione il fatto che il nostro partito, nel corso di tutto il suo percorso, fedele al suo carattere internazionalista, abbia difeso il processo di costruzione del socialismo-comunismo nel Novecento, anche con le vite di migliaia di suoi militanti e quadri. La difesa militante del contributo del socialismo nel Novecento è stata ed è tuttora una scelta deliberata da parte del nostro partito.

Il KKE non si è schierato con quelle forze che, nate all'interno del movimento comunista e animate dalla critica verso l'URSS e gli altri Paesi socialisti, sono giunte al rifiuto completo e alla negazione del carattere socialista di quei Paesi, e all'accettazione della propaganda dell'imperialismo; e non ha ritrattato la sue difesa del socialismo, a prescindere dai limiti dell'URSS.

I popoli dell'ex-URSS e del mondo intero vivono una tragedia senza precedenti dopo la dissoluzione dell'URSS e il rovesciamento del sistema socialista (1991-2022)

1) Brutale sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Conquiste ottenute con dure lotte da parte della classe operaia e dei popoli gettate nell'immondizia. Condizioni di lavoro medievali. Smantellamento dello Stato sociale. Limitazione delle libertà e dei diritti sindacali. Aumento della disoccupazione. Crisi economiche e una serie di legislazioni anti-operaie e anti-sindacali. Grave problema degli alloggi. Vendita all'asta di prime case. Rischio che la carenza energetica, gli aumenti di prezzi e l'inflazione divorino il reddito delle persone. Pesante tassazione.

2. Abusi contro le donne, crescente diseguaglianza tra uomini e donne. Mancanza di tutele per i bambini. Impennata del flagello della droga. Aumento dei casi di molestie ai bambini, come nel caso dell'ONG «Kivotos» in Grecia. Impennata del razzismo, del nazionalismo, del fascismo-nazismo. Repressione e violenza di Stato. Intercettazioni telefoniche e sorveglianza da parte di agenzie interne e straniere, corruzione, scandali.

3. Inasprimento della competizione imperialista. Contraddizioni, conflitti, guerra imperialista - come nel caso recente dell'Ucraina. Profughi e immigrazione. Minaccia nucleare.

4. Distruzione dell'ambiente. Intensificazione delle catastrofi naturali (inondazioni, terremoti, incendi eccetera) che lasciano le famiglie popolari prive di protezione. Miseria energetica e carenza di elettricità. Rischi di crisi alimentari. Guerra per l'acqua.

E via discorrendo - i problemi sono innumerevoli. Il capitalismo è questo - barbaro e spietato contro i popoli e contro i giovani.

Coloro i quali si aspettavano o speravano in un miglioramento della situazione internazionale, in un nuovo periodo di prosperità per i popoli di tutto il mondo, sono stati smentiti.

I capitalisti avevano un piano. La borghesia lavorava sistematicamente alla restaurazione della barbarie attraverso il rovesciamento del socialismo e la dissoluzione dell'URSS. La sua macchina propagandistica ingannava persone sincere che credevano in qualcosa di migliore.

Molte persone si sono lasciate trarre in inganno. Ora è giunto il momento di vedere a opera di chi e in quale modo gli sforzi dei lavoratori, dei progressisti, dei comunisti sono stati mandati in fumo allo scopo di riportare l'umanità alla preistoria. Il centenario della fondazione dell'URSS, che commemoriamo quest'anno, può forse offrire un'occasione perché tutti costoro traggano conclusioni sensate, e con la mano sul cuore e la mente aperta si uniscano alla grande armata della rivoluzione mondiale.

Cari compagni,

Siamo convinti che i rovesciamenti controrivoluzionari non modifichino il carattere di un'epoca. Il XXI secolo sarà il secolo della nuova riscossa del movimento rivoluzionario mondiale e di una nuova serie di rivoluzioni sociali. Le lotte che si limitano a difendere alcune conquiste, sebbene necessarie, non possono costituire soluzioni efficaci e durature. L'unica via d'uscita e l'unica prospettiva inevitabile rimane il socialismo, malgrado la sconfitta da esso subita alla fine del Novecento.

La necessità del socialismo trae origine dall'inasprimento delle contraddizioni del mondo capitalista contemporaneo, del sistema imperialista. Deriva dal fatto che nella fase imperialista dello sviluppo del capitalismo, che è caratterizzata dal dominio dei monopoli, le condizioni materiali che rendono necessaria la transizione a un sistema socio-economico superiore sono pienamente maturate.

Come partito, continuiamo a studiare e a fare ricerca, allo scopo di chiarire meglio le nostre conclusioni, anche su questioni che sinora non sono state affrontate in modo esaustivo. Al tempo stesso, compiamo uno sforzo complessivo affinché tutte le forze del KKE e della KNE, in particolare le giovani generazioni, assimilino queste nostre conclusioni e valutazioni.

Questo compito è decisivo per la capacità del partito di collegare la sua strategia alla lotta quotidiana in modo articolato e di elaborare obiettivi per i problemi immediati dei lavoratori, collegati alla strategia per la conquista del potere dei lavoratori rivoluzionari e per la costruzione del socialismo.

05.12.2022

Traduzione da Resistenze.org