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La frenesia anticomunista e antidemocratica in Ucraina e Russia deve cessare immediatamente!

L'11 marzo 2025, la Gioventù Comunista di Grecia (KNE) ha organizzato un presidio davanti all'Ambasciata dell'Ucraina ad Atene, mentre una delegazione del KKE e della KNE ha attaccato all'ingresso dell'Ambasciata una lettera di protesta.
Con questa protesta, il KKE e la KNE hanno condannato la prolungata persecuzione politica, l'arresto e la tortura di Mikhail e Alexander Kononovich, membri della Lega della Gioventù Comunista Ucraina (Komsomol).
Hanno denunciato che questa persecuzione è stata effettuata sulla base di accuse false e inventate e hanno sottolineato che è inaccettabile, così come è inaccettabile il tentativo delle autorità ucraine di muovere nuove accuse contro di loro e di mandarli a morire in prima linea nella guerra imperialista.
Il KKE e la KNE chiedono l'immediata revoca di tutte le accuse contro i fratelli Kononovich e il loro rilascio, sottolineando che le autorità ucraine sono responsabili della sicurezza delle loro vite.
Hanno anche chiesto l'abolizione di tutte le leggi anticomuniste e antidemocratiche che impediscono la libera e incondizionata espressione della vera volontà del popolo ucraino, che sta vivendo le tragiche conseguenze della guerra imperialista.
Hanno nuovamente sollevato la questione dell'inaccettabile propaganda antisovietica in corso sul "Golodomor", l'elevazione a eroi e patrioti dei collaboratori ucraini dei nazisti, come Bandera o gli uomini della 14a divisione Waffen-SS Galizia, e altre decisioni rilevanti delle attuali autorità ucraine volte a riscrivere la storia e giustificare i nazisti.
Lettera di protesta all'Ambasciata della Federazione Russa ad Atene

Allo stesso tempo, il KKE ha inviato una lettera di protesta all'ambasciata russa ad Atene, condannando la prolungata persecuzione politica, l'arresto e la reclusione quinquennale del sociologo marxista Boris Kagarlitsky.
Nella sua lettera, il KKE osserva che questa inaccettabile persecuzione politica è stata condotta sulla base di accuse false e inventate e mette a rischio la vita di Boris Kagarlitsky.
Il KKE chiede l'immediata revoca delle accuse contro Boris Kagarlitsky e il suo rilascio, sottolineando che le autorità della Federazione Russa sono responsabili della sicurezza della sua vita.
Il KKE chiede anche l'abolizione di tutte le leggi antidemocratiche che impediscono la libera e senza ostacoli espressione della vera volontà del popolo della Federazione Russa, che sta anche soffrendo le tragiche conseguenze della guerra imperialista.
Infine, la lettera descrive come inaccettabile la continua propaganda antisovietica contro i bolscevichi e V.I. Lenin, il leader della Rivoluzione d'Ottobre, proveniente persino dalla stessa bocca del Presidente del Paese.
Tra questi c'è il recente tentativo (febbraio 2025) da parte di un funzionario- esperto di stato in un tribunale della città russa di Ekaterinburg di presentare l'opera fondamentale ed emblematica di Lenin "Lo Stato e la Rivoluzione" come un "manuale terroristico", al fine di condannare come terroristi i membri di un gruppo marxista che erano stati arrestati.
Altrettanto spregevole è la decisione di intitolare la Scuola Superiore di Politica di un'università di Mosca al filosofo fascista russo Ivan Ilin, che ha elogiato il regime della Germania nazista in nome della vittoria contro il bolscevismo.
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Sia la lettera all'ambasciata ucraina che quella all'ambasciata russa sottolineano che tali azioni sono inaccettabili e provocatorie per popoli come quello greco, che ha versato il proprio sangue contro il mostro del fascismo, creato dal capitalismo, soprattutto quest'anno, in cui commemoriamo l'80° anniversario della sua sconfitta da parte dell'eroica Armata Rossa e dei movimenti partigiani guidati dai comunisti.
11.03.2025