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Interrogazione sulla repressione violenta delle manifestazioni popolari di massa in Cile
La violenta repressione delle manifestazioni di massa e degli scioperi militanti in Cile messi in atto dal governo Piñera, "partner" dell'UE, che ha causato la morte di 18 manifestanti, è stata condannata solo dal gruppo parlamentare del KKE, con un'interrogazione dell'eurodeputato del Partito, Lefteri Nikolaou Alavano, alla Commissione Europea.
Nell'interrogazione l'eurodeputato del KKE ha posto la seguente questione:
"La violenta repressione delle manifestazioni popolari di massa in Cile, ha provocato fino a ora la morte di 18 manifestanti - tra cui dei minori - colpiti dalle forze di polizia. Centinaia sono i feriti e migliaia i detenuti. Questo è il sanguinoso risultato del governo Piñera che, da dicembre 2017, ha adottato nuove dure misure antipopolari. Le condizioni di vita dei lavoratori sono drasticamente peggiorate, scatenando le mobilitazioni in corso mentre parliamo, come risposta all'aumento delle tariffe del trasporto pubblico, del combustibile e dell'elettricità, che riducono ulteriormente il reddito popolare.
I manifestanti hanno sfidato le migliaia di soldati e carabinieri chiedendo che tornassero nelle loro caserme, che fosse cancellato lo stato d'emergenza e il divieto di circolazione e che poi iniziasse il dialogo con le organizzazioni sindacali e sociali sui problemi reali: i salari estremamente bassi e i rapporti flessibili di lavoro, la sicurezza sociale in mano a soggetti privati, la richiesta di sanità e istruzione gratuite. Inoltre chiedono la cessazione della repressione statale e la punizione dei responsabili degli assassini dei manifestanti e del ferimento di centinaia di persone.
Va notato che il Cile è un paese che, secondo l'UE, è un "modello" nella sua regione. Presenta alti tassi di sviluppo capitalista, ha stipulato un Accordo di Associazione con l'UE che considera il Cile un paese che "promuove i diritti umani, lo stato di diritto e il buon governo". Il Cile e l'UE, congiuntamente, non perdono occasione di dare "lezioni di democrazia" con raccomandazioni sui diritti umani. L'intervento dell'UE è totalmente ipocrita nell'appellarsi contemporaneamente ai carnefici e alle vittime, al governo responsabile della barbara repressione e ai manifestanti che la subiscono, per "dialogare".
Alla Commissione chiediamo: quale posizione ha di fronte alla repressione violenta, di fronte agli omicidi dei manifestanti, al ferimento di centinaia di persone, al divieto di circolazione e nel complesso, di fronte alla barbara repressione delle mobilitazioni popolari in Cile che ricordano i tempi bui della dittatura di Pinochet?"
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare