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Contributo del KKE alla teleconferenza contro le armi biologiche

Il 3 novembre 2021, su iniziativa di una coalizione di quattro partiti (Partito Comunista Unificato della Georgia, Movimento Socialista del Kazakistan, Partito Socialista della Lettonia, Partito Comunista del Pakistan), si è tenuta una conferenza sul tema: "La crescente minaccia della proliferazione e dell'uso di armi biologiche e la necessità di creare un movimento internazionale a sostegno del loro divieto". Una delegazione del KKE ha partecipato alla teleconferenza, composta da Elisaios Vagenas, membro del CC del KKE e capo della sezione delle relazioni internazionali del CC del Partito e Aris Evangelidis, membro della sezione delle relazioni internazionali del CC del KKE.

Il contributo del KKE è il seguente:

Cari compagni,
desideriamo ringraziarvi per il vostro invito alla teleconferenza di oggi sulla lotta dei popoli contro le armi biologiche.

Le armi biologiche sono naturalmente comprese tra le armi di distruzione di massa, come le armi chimiche e nucleari, il cui uso può causare gravi danni alla popolazione civile. Tuttavia, la concezione e la fabbricazione criminale di queste armi non deve sviare dalla questione principale che è, secondo noi, che nell'epoca attuale dell'imperialismo, cioè del capitalismo monopolistico, l'uso di mezzi violenti e bellici è il culmine della concorrenza e dello scontro tra le classi borghesi e i monopoli; è la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra è il frutto di questo sistema di sfruttamento capitalista.

Così, vediamo che le guerre condotte oggi sono direttamente legate alla distribuzione delle quote di mercato, delle materie prime e delle vie di trasporto; sono guerre imperialiste. Tale fu la seconda guerra mondiale, che si differenzia dalla prima guerra mondiale per l'esistenza dell'URSS.

Vediamo che gli imperialisti, per raggiungere i loro obiettivi, non esitano a fabbricare e utilizzare armi di distruzione di massa: nucleari, chimiche e biologiche. Non hanno esitato né esiteranno a usarle per realizzare alcune delle loro più pericolose imprese militari, come dimostrano i crimini commessi dai "democratici" Stati Uniti a Hiroshima e Nagasaki o l'uso dell'"agente arancio" contro il popolo del Vietnam o il lancio di attacchi con armi biologiche contro Cuba, come quest'ultima ha denunciato in passato.

L'esperienza di vita ha dimostrato l'errore commesso in passato dal movimento comunista internazionale di separare gli imperialisti in "colombe" e "falchi" e di distinguere tra le forze politiche borghesi i socialdemocratici come più "pacifici" e "democratici" a differenza dei conservatori e neoliberali. Vorrei ricordare che all'epoca in cui la Jugoslavia fu bombardata con armi all'uranio impoverito, era segretario generale della NATO il "socialista" Javier Solana, mentre durante il mandato del "democratico" B. Obama, premiato con il Nobel per la pace, i popoli di Libia, Siria e Ucraina furono vittime di un bagno di sangue.

Inoltre, gli imperialisti usano il pretesto del possesso di armi di distruzione di massa per promuovere i loro piani: per esempio le armi chimiche dell'Iraq o la Siria o, con riguardo all'oggi, nello scontro tra gli USA e la Cina sull'origine del COVID-19.

Indubbiamente, i comunisti, attraverso il movimento antimperialista, devono appoggiare le richieste di sottoscrivere e osservare gli accordi riguardanti questioni come il controllo e il divieto dello sviluppo e della fabbricazione di qualsiasi tipo di armi di distruzione di massa. Tuttavia, crediamo che sia necessario proteggere i lavoratori dall'errata percezione che la questione delle armi di distruzione di massa possa essere separata dalla natura criminale del sistema capitalista, dalla competizione imperialista e dalle guerre e che possa essere risolta in questo sistema. Purtroppo, tale percezione che ha dominato il movimento comunista internazionale dopo il XX Congresso del PCUS, con la cosiddetta "competizione pacifica" tra i due sistemi, ha favorito in una parte significativa dei popoli la fallimentare percezione pacifista. Indipendentemente dalle loro intenzioni, tale percezione giustifica il barbaro sistema capitalista e reitera l'illusione fallimentare che attraverso accordi e organizzazioni internazionali si possa arrivare a un presunto capitalismo pacifico e umanizzato senza armi di distruzione di massa o di conflitti militari. A questo aspirano le forze che, pur opponendosi a tutte le armi letali (per esempio a tutte le armi di distruzione di massa), non riescono a vedere che esse sono ormai nelle mani degli imperialisti.

Tra le altre cose, è inaccettabile che varie forze socialdemocratiche e opportuniste - e anche alcuni partiti che nel nome si dicono comunisti - accettino i pretesti usati dalle forze politiche borghesi e votino per le spese militari dei loro paesi e per le missioni e gli interventi imperialisti all'estero, per esempio in Afghanistan o nella Repubblica Centrafricana, mentre allo stesso tempo esprimono la loro preoccupazione per le armi biologiche o altre armi di distruzione di massa. Tale scelta è una foglia di fico per la posizione infida nei confronti degli interessi dei popoli e della causa della classe operaia.

Compagni,
Oggi si sta acuendo il confronto tra USA e Cina per la supremazia nel sistema imperialista. Si tratta di una lotta tra due potenti forze del capitalismo contemporaneo, che trascinano anche altre forze, come dimostra l'alleanza AUKUS (tra Australia, Regno Unito e Stati Uniti) di recente formazione. Tuttavia, questa lotta non ha niente a che vedere con gli interessi delle popolazioni e viene condotta per gli interessi dei monopoli.

È in questo senso che viene utilizzata la questione dell'origine del COVID-19, poiché tutti i potenti stati capitalisti, in primo luogo gli USA e la Cina, possiedono laboratori di ricerca biologica. Naturalmente, noi denunciamo l'esistenza di tali laboratori e a maggior ragione il loro utilizzo per scopi militari. Tuttavia, allo stesso tempo, sottolineiamo che la discussione intorno all'origine naturale o artificiale del COVID-19 è disorientante, in quanto cerca di occultare:

- la necessità di lottare contro le enormi carenze dei sistemi sanitari pubblici del mondo capitalista;
- la concorrenza tra le grandi compagnie farmaceutiche sui vaccini e sui farmaci;
- il rifiuto dei governi borghesi di procedere alla requisizione del settore sanitario privato;
- la rinuncia al brevetto del vaccino COVID in modo che miliardi di persone che non hanno accesso ai vaccini possano essere immediatamente e rapidamente vaccinate.

I comunisti in Grecia, da soli e nelle file del movimento antimperialista e contro la guerra, lottano contro la partecipazione del nostro paese ai piani e agli interventi imperialisti; contro gli armamenti militari per le necessità delle guerre imperialiste; contro le basi straniere USA e NATO; per il rientro delle forze armate greche dalle missioni militari all'estero; contro lo stoccaggio delle armi nucleari, cioè delle armi di distruzione di massa nel nostro paese. Sosteniamo la giusta richiesta di abolire tutti i laboratori che producono armi biologiche e altri tipi di armi di distruzione di massa.

Allo stesso tempo, crediamo che le parole del leader della Rivoluzione d'Ottobre, V.I. Lenin, non abbiano perso la loro attualità. Egli sottolineava: "Ma la rivendicazione della «pace» assume un significato proletario soltanto con l'appello alla lotta rivoluzionaria. Senza una serie di rivoluzioni, la cosiddetta pace democratica è un'utopia piccolo-borghese [1]".

Così, la lotta coerente contro la guerra deve essere legata alla lotta per la presa del potere in ogni paese, nella misura in cui "comprendiamo l'impossibilità di distruggere le guerre senza distruggere le classi ed edificare il socialismo [2]". Ed è per questo che "solo dopo che avremo rovesciato, definitivamente vinto ed espropriato la borghesia in tutto il mondo, e non soltanto in un paese, le guerre diventeranno impossibili [3]".

Cari compagni,
nel quadro di questa linea politica è oggi necessario identificare le cause delle guerre imperialiste che risiedono nello stesso sistema capitalista sfruttatore ed è anche necessario collegare la lotta contro tutti i tipi di armi di distruzione di massa con la lotta per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione di una società socialista-comunista.

Note:
[1] V. I. Lenin, "Il socialismo e la guerra", Opere complete, Vol. 21, Editori Riuniti, pg. 301
[2] V. I. Lenin, "Il socialismo e la guerra", Opere complete, Vol. 21, Editori Riuniti, pg. 273
[3] V. I. Lenin, "Il programma militare della rivoluzione proletaria", Opere complete, vol. 23, Editori Riuniti, pg. 77

 

03.11.2021

Traduzione da Resistenze.org