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Contributo del KKE al 19° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai di Leningrado
in onore del centenario della Rivoluzione Socialista d'Ottobre. Contributo di Dimitris Koutsoumpas, Segretario Generale del CC del KKE
Cari compagni, rappresentanti dei Partiti Comunisti e Operai,
siamo particolarmente toccati di essere qui a Leningrado, all'incontro ospitato dal PC della Federazione Russa a 100 anni giusti dalla Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.
Continuiamo a chiamare San Pietroburgo con il suo nome di Leningrado, il nome ricevuto in onore del dirigente della rivoluzione più importante nella storia del mondo e che modificò le sorti e il corso dell'umanità, inaugurando l'inizio della fine della barbarie capitalista e l'alba di una nuova società; il nome del fondatore del giovane stato degli operai, la prima democrazia socialista conosciuta dall'umanità, indipendentemente dal fatto che questo corso fu interrotto nel 1991, dopo tragici errori e debolezze che permisero la restaurazione del capitalismo.
Siamo fermamente convinti che il mondo, ad ogni modo, diventerà rosso, fiammeggiante di vita e creatività, e che la bandiera rossa svetterà di nuovo a Leningrado e a Mosca, in tutta la Russia e nei paesi dell'ex Unione Sovietica, in Europa, in Asia, in America, in Africa, in Oceania e ovunque sul pianeta.
Il KKE è particolarmente orgoglioso, perché il giorno in cui venne ammainata la bandiera rossa dal Cremlino, il partito ebbe il coraggio di dichiarare su Rizospastis: "Compagni, in alto la bandiera! La speranza è nella lotta dei popoli!"
Cari compagni,
lo studio della storia, la lotta di classe stessa riprovano una conclusione generale di notevole importanza: la lotta per il potere è oggettiva quando la classe al potere, in un determinato contesto storico, rappresenta una formazione socioeconomica obsoleta dal punto di vista storico, mentre la classe che aspira al potere è la forza trainante del nuovo, una formazione socioeconomica più elevata.
La storia ha dimostrato che nelle società divise in classi, i conflitti di classe sono sempre violenti, proprio perché il concetto e l'essenza del potere e la lotta per conquistarlo implicano coercizione e violenza. Un radicale cambiamento del potere si verifica solo attraverso una rivoluzione, cioè attraverso il movimento delle masse sotto la leadership della classe emergente in ogni fase e guidate dal suo partito politico, dai suoi rappresentanti politici. Così sono state tutte le rivoluzioni borghesi e poi quelle proletarie mentre prima delle rivoluzioni borghesi i cambiamenti radicali si sono verificati attraverso le guerre, le invasioni e la superiorità militare dei popoli-tribù che possedevano mezzi di produzione più avanzati.
Nella lotta per il potere, come nello sviluppo e affermazione di nuove relazioni sociali, il progresso non è lineare e ascendente, è invece tortuoso, con balzi e retrocessioni.
Cari compagni,
con piena consapevolezza di quanto sopra enunciato, nel contempo non dobbiamo dimenticare la più importante lezione della Rivoluzione d'Ottobre: la forza emergente, la classe operaia, con il suo movimento rivoluzionario può interpretare il ruolo di protagonista nella causa del progresso sociale, nella transizione dal vecchio modo di produzione e di organizzazione della società verso il nuovo, quello comunista.
Questo è ciò che è accaduto nell'Ottobre in Russia. In un breve lasso di tempo sono stati spazzati via secoli di arretratezza e vestigia precapitaliste. Le conquiste nella Russia dei Soviet e poi nell'URSS sono state conseguite in condizioni estremamente difficili, contrassegnate da interventi imperialisti, reiterate minacce dei centri imperialisti, sabotaggi nella produzione.
In nessun modo è possibile convincerci che il percorso storico dei popoli che vivevano nel vasto territorio dell'impero zarista, che il loro livello politico generale sarebbe quello odierno senza la vittoria della Rivoluzione Socialista d'Ottobre, senza l'avvio dell'edificazione socialista. Lo stesso vale per gli altri paesi di costruzione socialista in Europa, Asia e America.
I raggiungimenti del socialismo nell'URSS, anche se in seguito hanno subito una tragica battuta d'arresto, non sono minimamente paragonabili alla situazione attuale della classe operaia sotto il capitalismo come analogamente, non è comparabile il livello del capitalismo del 21°, del 20° e anche del 19° secolo con quello determinato dai nuovi rapporti capitalistici emergenti nel 14° secolo nei centri urbani d'Italia.
L'esperienza della costruzione socialista indica la tendenza al rapido sviluppo della società nel suo complesso, la formidabile crescita della prosperità sociale. Tuttavia, non è possibile sapere cosa sarebbe diventata oggi quando scienza, conoscenza, potenziale e produttività avrebbero oggettivamente raggiunto livelli ancora più alti. In generale, la critica borghese della storia dell'URSS nasconde che essa costituisce solo le prime fasi storiche del livello immaturo della società comunista.
Questo è ciò di cui le generazioni più giovani dovrebbero essere consapevoli, in particolare i giovani dei nostri paesi, così da non essere facile preda di deliberate distorsioni travisate da un'aurea "scientifica". Naturalmente le varie ricerche storiche oggi al servizio del capitalismo sanno che il rafforzamento del movimento operaio in tutto il mondo ha avuto una solida base, vale a dire l'impatto che i successi dell'Unione Sovietica hanno avuto per decenni.
Tuttavia, noi comunisti sappiamo che abbiamo il dovere di non nascondere le debolezze del nostro movimento, ma criticarle apertamente per liberarcene una volta per tutte. Per questo motivo, nei nostri incontri non c'è spazio per la verbosità, i paroloni, i vuoti applausi. I nostri incontri devono concentrarsi sulla asciutta presentazione delle opinioni che contribuiscono alla corretta valutazione del passato e alla definizione chiara del presente per poter fare un salto nel futuro.
Per questo motivo, l'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre è inesauribile e soprattutto attuale. Questa è la base su cui i comunisti di tutto il mondo devono fare affidamento, arricchiti dall'esperienza delle altre rivoluzioni socialiste che si susseguirono in quel definito contesto storico.
La vittoria del socialismo - come una prima fase immatura del comunismo - contro il capitalismo ha dimostrato che la classe operaia, come unica classe genuinamente rivoluzionaria, ha il dovere storico di adempiere ai suoi compiti fondamentali:
- Rovesciare e annientare gli sfruttatori, vale a dire la classe borghese che è il principale rappresentante economico e politico; battere la loro resistenza e ostacolare i loro tentativi di restaurare il giogo del capitale, la schiavitù salariale.
- Attrarre e portare sotto l'avanguardia del Partito Comunista non solo il proletariato industriale, nel suo complesso o nella sua stragrande maggioranza, ma tutta la massa dei lavoratori e del popolo sfruttati dai capitali e dai monopoli; informarli, organizzarli ed educarli attraverso il processo di una battaglia serrata e del conflitto di classe contro gli sfruttatori.
- Nel contempo, eliminare e rendere inoffensivo l'inevitabile ondeggiamento tra la classe borghese e il proletariato, tra il potere borghese e il potere della classe operaia, che si manifesta tra gli strati medi, i piccoli proprietari agricoli, i commercianti, gli artigiani e gli addetti nei vari campi scientifici, nonché i dipendenti statali, numerosi settori in tutti i paesi capitalisti.
- Il successo della vittoria contro il capitalismo richiede un giusto rapporto tra il partito che guida il cambiamento rivoluzionario, il Partito Comunista, e la classe rivoluzionaria, la classe operaia, così come con le masse lavoratrici e gli sfruttati nel loro complesso. Solo il Partito Comunista può condurre le masse nella lotta decisiva contro il capitalismo, l'imperialismo, a condizione che i suoi militanti siano comunisti impegnati, temprati e istruiti nella partecipazione alla lotta rivoluzionaria della classe e purché riesca a far parte della vita della classe operaia e di conseguenza delle masse sfruttate nel loro insieme e guadagni la fiducia della classe operaia e del popolo.
- Solo la guida di questo Partito consente al proletariato di liberare il potenziale del suo assalto rivoluzionario, di liquidare la resistenza dell'aristocrazia operaia, venduta alla borghesia, nonché dei riformisti opportunisti corrotti e dei sindacalisti compromessi e raggiungere la vittoria. Solo i lavoratori e gli altri strati popolari che si sono liberati dalla schiavitù capitalista possono sviluppare al massimo le loro iniziative e le loro attività attraverso le loro nuove istituzioni che emergono dal processo rivoluzionario, così come furono organizzati per la prima volta nella storia nel potere della classe operaia nei soviet in Russia. Solo in questo modo possono ottenere la partecipazione al governo, da cui sono esclusi durante il potere borghese, nonostante le illusioni promosse per la loro partecipazione. La classe operaia, partecipando agli organi del potere statale dal basso verso l'alto, impara attraverso la propria esperienza come costruire il socialismo, come sviluppare una nuova disciplina sociale volontaria. Forma per la prima volta nella storia, un'unione di persone libere, un'unione dei lavoratori in una nuova società, in una società senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
- La conquista del potere politico da parte del proletariato non comporta la fine della lotta di classe contro la classe borghese. Al contrario, rende questa lotta "estremamente ampia, acuta e implacabile" come notava Lenin. In questo quadro dobbiamo prestare particolare attenzione alla seguente valutazione che tutti noi vediamo confermata nella pratica: ogni incoerenza o in generale ogni debolezza ideologico-politica nello smascherare le forze revisioniste, opportuniste e riformiste può aumentare significativamente il pericolo del rovesciamento del potere della classe operaia da parte della classe borghese che utilizzerà queste forze per la controrivoluzione, come è accaduto molte volte nella storia.
- Affinché il nostro percorso sia veramente vittorioso, tutti i PC devono elaborare una strategia rivoluzionaria e questo tentativo deve coinvolgere il movimento comunista internazionale. L'esperienza dei bolscevichi in questa direzione, arricchita dall'esperienza di tutte le rivoluzioni socialiste, con l'esperienza del movimento rivoluzionario in ogni rispettivo paese, deve servire come faro in questo processo. Il fatto che questa esperienza non sia stata assimilata e non abbia prevalso successivamente e che il carattere della rivoluzione sia stato determinato sulla base di altri criteri errati richiede una seria riflessione.
- Oggi, in condizioni di arretratezza generale, di rapporti di forze negativi a livello internazionale e in ciascuna regione, ogni partito comunista ha il dovere di intensificare la preparazione quotidiana della classe operaia con un duro lavoro ideologico-politico e attività orientate alla classe per la prossima sollevazione rivoluzionaria, perché la nostra epoca continua a essere un'era di transizione dal capitalismo al socialismo, l'era del rovesciamento del capitalismo inaugurata dalla Rivoluzione d'Ottobre del 1917 che ha aperto la strada e ha segnato l'inizio delle rivoluzioni socialiste. Per questo motivo, consideriamo attuali le parole di Lenin per cui l'inizio è stato fatto e non è importante di quale nazione saranno i proletari che completeranno questo processo. Per questo motivo non ci abbattiamo, non ci arrendiamo; siamo profondamente convinti che dobbiamo portare avanti questo compito.
Cari compagni,
il 100° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre trova il Movimento Comunista Internazionale, nel suo complesso, profondamente diviso, di fronte a enormi difficoltà, in una situazione relativamente confusa, nonostante i parziali passi positivi fatti in alcuni paesi con uno sforzo innegabile di molte avanguardie e intere organizzazioni di partito in vari paesi.
L'unità del Movimento Comunista Internazionale nel 21° secolo deve basarsi su alcuni principi indiscutibili essenziali.
1. La nostra teoria è il marxismo-leninismo e l'internazionalismo proletario. Il ruolo del Partito comunista è insostituibile. Il socialismo è più attuale e necessario che mai nella storia dell'umanità. L'attualità e la necessità del socialismo, il carattere socialista della rivoluzione non dipendono dai momentanei rapporti di forza. La classe borghese ha perso il suo ruolo progressista anche prima della rivoluzione del 1917. Si trova nell'era della reazione, del capitalismo monopolistico, vale a dire dell'imperialismo; il capitalismo è nella sua ultima fase, è in declino. Come dimostra l'esperienza della Rivoluzione d'Ottobre, non c'è spazio per alcuna cooperazione o alleanza con la classe borghese o con qualsiasi sua sezione in nome della difesa della democrazia borghese o per contrastare qualsiasi "potenza guerrafondaia". La borghesia e il potere borghese, nel loro complesso, minano e sopprimono i diritti e le conquiste dei lavoratori e dei cittadini. Preparano la guerra in "condizione di pace". Il consolidamento della lotta anticapitalista-antimonopolista, della lotta per il socialismo richiede l'alleanza della classe operaia con i contadini poveri e gli artigiani autonomi.
2. La nostra risposta alla domanda "riforma o rivoluzione" è rivoluzione, perché nessun organo del potere borghese può essere umanizzato. La linea della socialdemocrazia dall'inizio del secolo scorso fino ad oggi è completamente fallita, ha causato gravi danni, ha portato alla sconfitta del movimento comunista rivoluzionario, ha soggiogato le masse lavoratrici al sistema di sfruttamento capitalistico, ha determinato il disarmo delle forze militanti e progressive favorevoli allo sviluppo sociale.
3. L'edificazione socialista come prima fase immatura della società comunista ha evidenziato le leggi scientifiche che l'avanguardia rivoluzionaria deve conoscere e seguire per sradicare coscientemente e metodicamente i semi della controrivoluzione. Più in particolare, la teoria e l'attuazione pratica del "socialismo di mercato" è disastrosa per la costruzione socialista, sia se si utilizza per giustificare una tolleranza verso le relazioni capitalistiche, che per il sostegno a lungo termine della piccola produzione di merci o la distribuzione a lungo termine del prodotto sociale sotto forma di commercio. In questi tre casi, in ciascuno di essi separatamente e tutt'insieme, la pianificazione centrale è compromessa così come il carattere socialista della proprietà sui mezzi di produzione. Di conseguenza, è compromesso il potere statale di classe e si ricreano, sviluppano e rafforzano le forze controrivoluzionarie. Così, invece della vittoria del comunismo, si ritorna al capitalismo come accaduto alla fine, con gli sviluppi del 1991 che costituiscono la pietra miliare di questo processo.
4. Le forme e i modi delle battute di arresto non sono così importanti. Nell'Unione Sovietica ciò è accaduto gradualmente attraverso la deriva opportunista iniziata nel 1956 e scoppiata violentemente nel 1991 con la dissoluzione finale dell'URSS e del PCUS e l'ascesa al potere di nuove forze capitalistiche che esercitano il potere statale sotto forma di democrazia parlamentare borghese. Altrove, questo può accadere gradualmente, con il PC che pur mantenendo il potere statale segue un chiaro corso di restaurazione capitalistica e di consolidamento dei rapporti capitalistici di produzione. I rapporti capitalisti sono destinati ad avere la meglio, anche nei casi in cui non siano ancora prevalenti, indipendentemente dal fatto che questo percorso sia presentato o onestamente ritenuto una soluzione temporanea. Il risultato sarà una nuova ondata di confusione e disillusione tra le masse lavoratrici e il popolo. Questa linea è l'inizio della fine della nostra prospettiva. L'esperienza storica ha dimostrato che i problemi sorti nel corso della costruzione socialista furono erroneamente interpretati come debolezze inerenti alla pianificazione centralizzata. La soluzione fu ricercata nell'espansione del mercato: ciò costituì un arretramento anziché un passo in avanti nell'ampliamento e rafforzamento dei rapporti comunisti di produzione.
5. Oggi, nel 21° secolo, il capitalismo nella sua fase imperialista prevale a livello internazionale. Le relazioni socialiste - i resti del passato socialista - che sopravvivono in alcuni paesi, esistono solo per ricordarci che sono il segnale del primo tentativo di costruzione socialista, iniziata nel 1917 e proseguita in diversi paesi nel corso del 20° secolo. In ultima analisi, non è possibile che coesistano a lungo in varie forme due tipi di rapporti di produzione nel quadro di un nuovo sistema sociale superiore come il socialismo-comunismo; ossia non è possibile che coesistano le relazioni capitalistiche sfruttatrici e quelle che portano alla loro abolizione, quelle socialiste: prevarranno le une o le altre. La nostra visione del mondo e l'esperienza storica hanno dimostrato che la loro convivenza può servire solo come mezzo per la controrivoluzione.
6. Nel quadro di questa complessa situazione, la concorrenza interimperialista si acutizza, come anche le grandi contraddizioni sulla divisione dei mercati, il controllo delle risorse energetiche e le loro vie di trasporto, il controllo geopolitico e il riposizionamento di ogni paese nella propria regione e a livello mondiale. Si creano nuove alleanze e blocchi che conducono alla creazione di assi e contro-assi, aumentando il pericolo di coinvolgimento nelle guerre, a livello locale e regionale, nonché la possibilità di una guerra imperialista generalizzata. In ogni caso, è certo che continueranno i conflitti e le guerre regionali, nonché il coinvolgimento di forze regionali più forti e centri imperialisti per mezzo di un intervento militare diretto o attraverso mezzi diplomatici, politici, e di guerra economica ecc.
7. In questo scontro, il movimento comunista, e ogni partito comunista separatamente, non può restare interdetto. Deve elaborare la propria linea per la lotta in ogni paese, in ogni continente e a livello internazionale: una linea per il rovesciamento della barbarie imperialista che alimenta crisi economiche, povertà, disoccupazione e guerra o "pace" con la pistola puntata alla testa del popolo. Per questo motivo è indispensabile studiare l'esperienza storica, rifiutare consapevolmente le posizioni errate dei decenni passati che hanno portato le forze rivoluzionarie al disarmo politico, alla confusione e all'inefficacia. Ogni partito comunista deve elaborare una linea per il disimpegno del proprio paese e del proprio popolo dagli interventi imperialisti e dalle guerre, difendendo i diritti sovrani di ciascun paese; una linea che porterà alla sconfitta della classe borghese che si trova in posizione di aggressione e contemporaneamente una linea di rottura con la classe borghese del proprio paese, mirando al suo rovesciamento. Ciò porterà alla pace e alla prosperità popolare e non alla restaurazione della situazione pre-esistente che genera sempre nuove crisi, interventi militari e guerre in nome dell'interesse nazionale. Allo stesso tempo, è necessario elaborare e promuovere parole d'ordine idonee che incoraggino e suscitino la lotta dei popoli e preparino queste forze in modo che, in condizioni di situazione rivoluzionaria, dirigano le masse popolari e lavoratrici in rivolta verso il rovesciamento vittorioso del potere capitalista e la presa del potere nelle loro mani.
8. Questa dinamica non emergerà isolata, in un solo paese. In questa discussione sul che fare, che si svolge oggi nelle piazze, nelle nostre manifestazioni, negli scioperi, nelle città e nelle campagne, nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in generale, nelle università e nelle scuole, in tutto il mondo, la classe borghese e gli opportunisti pongono il dilemma "come possiamo farlo da soli? Non è realistico!".
9. Solo il movimento comunista, i comunisti che credono nella visione e nella lotta della Rivoluzione d'Ottobre, nel marxismo-leninismo, possono metterli al loro posto, confutare il disfattismo e il fatalismo.
10. La nostra arma è l'internazionalismo proletario, la nostra lotta comune, la nostra classe e la solidarietà fraterna, necessaria contro l'isolamento nazionalistico e il cosmopolitismo imperialista. Il principio dell'internazionalismo proletario è anche un messaggio significativo per il 100° anniversario della Grande Rivoluzione d'Ottobre. Senza l'espressione pratica dell'internazionalismo dei popoli verso la Rivoluzione e la giovane Unione Sovietica non sarebbe stata possibile la vittoria.
Questa è una preziosa conclusione e una lezione.
Cari compagni,
il KKE, come altri partiti comunisti, è nato e si è sviluppato sotto l'influenza della Rivoluzione Socialista di Ottobre. Nel 2018 festeggerà i suoi 100 anni di vita e di attività eroiche. Focalizza la sua attenzione sui propri doveri internazionalisti e, come è noto, ha invitato a ospitare il prossimo IMCWP a Atene, la città in cui sono iniziati i nostri incontri internazionali.
Compagni,
in alto la bandiera rossa del socialismo-comunismo!
in alto la bandiera del marxismo-leninismo!
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare