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Comunicato del KKE
14/11/2013
Il 15° IMCWP, tenutosi a Lisbona il 8-10 novembre 2013, aveva come tema: "L'aggravamento della crisi del capitalismo, il ruolo della classe operaia e i compiti dei comunisti nella lotta per i diritti dei lavoratori e dei popoli. L'offensiva dell'imperialismo, il riallineamento delle forze sul piano internazionale, la questione nazionale, l'emancipazione di classe e la lotta per il socialismo".
Hanno preso parte all'incontro 75 partiti di 63 paesi. Altri 14 partiti, che per vari motivi non hanno potuto partecipare, hanno inviato messaggi. I partecipanti hanno onorato i 100 anni dalla nascita di Alvaro Cunhal, Segretario generale del Partito Comunista Portoghese e prestigiosa figura del Movimento comunista internazionale. Hanno salutato le lotte dei lavoratori di tutto il mondo, l'apertura di percorsi per promuovere l'alleanza della classe operaia con gli strati popolari contro i monopoli, per la lotta contro il capitalismo, per il socialismo. Hanno affermato la solidarietà internazionalista con i popoli di Palestina, di Siria e dell'intera regione, con il popolo di Cuba socialista, con tutti i popoli che si trovano faccia a faccia con l'aggressività imperialista, la guerra, i ricatti e le ingerenze. Hanno espresso il loro sostegno ai Partiti comunisti e operai che operano in condizioni di illegalità, affrontano la repressione di stato, le restrizioni e persecuzioni anticomuniste.
L'incontro è stato occasione per lo scambio di esperienze in merito allo sviluppo della crisi capitalista, la ridefinizione del sistema imperialista internazionale e l'acuirsi delle contraddizioni interimperialistiche, i pericoli di un estendersi delle guerre e degli interventi imperialisti, il corso della lotta di classe e i compiti che ne scaturiscono per i comunisti.
L'incontro ha analizzato gli aspetti fondamentali degli sviluppi internazionali nel contesto della crisi del capitalismo, che continua a manifestarsi in modo molto forte per il sesto anno consecutivo e che va aggravandosi. Il KKE e altri partiti giudicano la crisi come crisi di sovrapproduzione e sovra-accumulazione di capitale, espressione dell'intensità delle contraddizioni del capitalismo e in particolare di quella fondamentale tra il carattere sociale della produzione e la sua appropriazione privata, e sottolineano il carattere disumano e storicamente superato del sistema capitalista.
Allo stesso tempo va ridefinendosi il sistema imperialista internazionale, la cui caratteristica fondamentale consiste nella retrocessione di Stati uniti, Unione europea e Giappone a favore delle potenze capitalistiche emergenti, fatto che porta ad un acuirsi della competizione e delle contraddizioni soprattutto in regioni quali il Mediterraneo orientale, il Golfo Persico, il Mar Caspio, l'Africa e le aree del Pacifico meridionale.
Diverse sono le opinioni espresse durante l'Incontro internazionale sulla natura delle contraddizioni tra le potenze capitaliste affermate ed emergenti. Alcuni partiti ritengono che tali contraddizioni operino in favore dei popoli e della loro lotta. Il KKE ed altri partiti le ritengono invece contraddizioni tra paesi con una forte base monopolista, in cui predominano i rapporti capitalistici di produzione e dove la classe operaia non può parteggiare per l'una o l'altra delle classi borghesi tra loro rivali.
Ci sono state anche opinioni divergenti circa la natura degli sviluppi in America Latina. Il KKE e altri partiti considerano che lo sviluppo capitalistico sia anti-popolare anche in questa regione, che i governi borghesi di quelle forti potenze capitaliste che prendono parte al G-20 non possano dare impulso alla lotta antimperialista. Questa discussione ha toccato anche l'atteggiamento nei confronti delle varie unioni capitalistiche inter-statali, che ha le sue radici nella diversa opinione in merito al concetto di imperialismo.
Il KKE e altri partiti hanno sottolineato che l'imperialismo, secondo la teoria leninista, è la fase finale e più alta del capitalismo e che non si limita solo all'aggressiva politica estera adottata dagli stati capitalisti forti. Rileviamo che disgiungere la politica dall'economia porta a conclusioni errate ed evidenziamo che le caratteristiche dell'imperialismo scaturiscono dalla sua natura di capitalismo monopolistico, vale a dire di capitalismo in decadenza.
La polemica si sviluppa intorno alle diverse formule della gestione borghese al fine di distribuire le perdite derivanti dalla svalutazione e distruzione di capitale. Tuttavia, a prescindere dalla forma di gestione borghese, resta l'obiettivo di aumentare la quantità di profitto attraverso l'intensificazione del tasso di sfruttamento della classe operaia e la maggiore concentrazione e centralizzazione del capitale a scapito dei piccoli produttori di città e campagna, a scapito dei ceti popolari. La profondità della crisi e le difficoltà nella sua gestione accentuano l'aggressività del capitale e dei suoi rappresentanti politici. Va rafforzandosi l'autoritarismo, così come la repressione di stato e l'anticomunismo. Si colpiscono i diritti democratici e sovrani. I sistemi politici borghesi nel loro complesso sono sempre più reazionari, s'intensificano i tentativi di fortificarli e riformarli. In questo quadro, senza che il movimento operaio e rivoluzionario passi al contrattacco, riemergono e crescono le forze fasciste e le altre tendenze oscurantiste.
Ci sono opinioni divergenti sulla questione riforme o rivoluzione e sulla questione delle riforme sul terreno del capitalismo. Il KKE e altri partiti fanno notare come gli specifici obiettivi di lotta anticapitalista e antimonopolista del movimento dei lavoratori non possano essere uniti ad una strategia riformista volta presumibilmente a "democratizzare" e trasformare il capitalismo per aprire la strada al socialismo. Riteniamo che il potere popolare della classe operaia sia un presupposto necessario per il rovesciamento del dominio dei monopoli e dei rapporti capitalistici di produzione.
Il KKE e altri partiti richiamano l'attenzione sulla necessità del confronto con la socialdemocrazia sottolineando che senza la lotta contro l'opportunismo, la lotta contro l'imperialismo è una "parola vuota". Evidenziano inoltre l'importanza delle leggi della rivoluzione e della costruzione socialista, rilevando come storicamente i gravi pericoli di allontanamento dai principi della nostra visione del mondo sono stati celati dietro i "modelli nazionali" e la "molteplicità di vie al socialismo".
Il KKE e altri partiti insistono sulla necessità di rafforzare i partiti comunisti e operai, il movimento sindacale di classe, rimarcando la necessità e l'attualità del socialismo, che costituisce l'unica vera via d'uscita alternativa per i popoli.
Inoltre, l'unità del Movimento comunista internazionale non può essere raggiunta sulla base del minimo comune denominatore tra i partiti, ma da quanto è stabilito dall'intensificarsi della lotta di classe per il socialismo, la difesa del marxismo-leninismo e dell'apporto del socialismo, con la necessità di formare una strategia rivoluzionaria unitaria contro il capitalismo.
Il 15° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai ha finalizzato un quadro di azioni congiunte che i partiti stessi possono sviluppare insieme, mentre sono state presentate alcune mozioni su varie questioni.
E' stato anche deciso l'allargamento del Gruppo di lavoro impegnato alla preparazione di questi incontri internazionali ad altri partiti, e che ora è così composto:
Partito del Lavoro del Belgio, Partito Comunista del Brasile, Partito Comunista di Cuba, Partito Comunista di Boemia-Moravia, Partito Comunista dell'Ecuador, Partito Comunista di Grecia, Partito Comunista dell'India, Partito Comunista dell'India (Marxista), Partito Comunista Libanese, Partito Comunista Portoghese, Partito Comunista della Federazione Russa, Partito Comunista Operaio di Russia, Partito Comunista Sudafricano, Partito Comunista di Spagna, Partito Comunista di Turchia, Partito Comunista di Ucraina
Sezione Relazioni Internazionali del CC del KKE