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Discorso introduttivo del KKE

Incontro dei Partiti Comunisti e Operai dei paesi Balcanici

"Il ruolo pericoloso dell'UE e della NATO nei Balcani, gli antagonismi dei monopoli che portano guerra imperialista, rifugiati, nazionalismo e la risposta dei popoliSalonicco, 15/05/2016)  

Dimitris Koutsoumpas, Segretario Generale del CC del KKE

 

Cari compagni,
Vi ringraziamo per la partecipazione alla riunione odierna dei Partiti Comunisti e Operai dei Balcani e per il contributo che tutti i nostri partiti danno alla continuazione di questi incontri che costituiscono la possibilità di esaminare gli sviluppi attuali e scambiare pensieri ed esperienze sulla nostra attività, a livello nazionale e regionale.

La nostra esperienza conferma la crescente necessità di una stretta collaborazione tra PC, la necessità di un'analisi collettiva degli sviluppi, della solidarietà internazionalista e di un'azione congiunta, come pure la necessità di intensificare gli sforzi per formare una strategia unitaria dei Partiti Comunisti e Operai nei Balcani e non solo.

Dobbiamo sviluppare questi elementi e, naturalmente, ogni PC deve intensificare i suoi sforzi per stabilire solide basi, per elaborare la propria linea politica e rafforzare i suoi legami con la classe operaia, guadagnare terreno all'interno del movimento operaio e popolare nel proprio paese.

Quest'anno, l'organizzazione della riunione comunista balcanica coincide con un importante e storico anniversario, una pietra miliare nella storia del popolo e del movimento operaio della Grecia, il duro conflitto di classe del maggio 1936. Nell'onorare i militanti, gli indomiti della lotta di classe, è necessario mettere in evidenza la forza della classe operaia e la sua posizione nella società come classe che ha la missione storica di rovesciare il capitalismo, abolire lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo e costruire il socialismo-comunismo, la società che ponga al centro la soddisfazione delle esigenze di tutti i lavoratori.

Studiando la storia, traiamo lezioni per l'oggi che ci mostrano la via e possono rendere il movimento operaio e comunista più capace nella lotta contro il sistema di sfruttamento, contro la classe borghese e i suoi rappresentanti politici, contro ogni forma di forza fascista e reazionaria che emerge nella regione, per lottare contro la socialdemocrazia e l'opportunismo.

Cari compagni,
Gli sviluppi nei nostri paesi e nella regione, le tendenze in atto aumentano il livello di rivendicazioni, innalzano la barra e pongono importanti compiti politici sui nostri partiti.

Possiamo osservare alcuni aspetti evidenti negli sviluppi nei Balcani e nella regione più ampia:

Ci sono evidenti difficoltà nella gestione del capitalismo e delle sue contraddizioni, non solo in Grecia dove la crisi economica è in corso da molti anni, una crisi che è frutto del modo di produzione capitalistico. Rileviamo difficoltà e problemi in molti altri paesi dei Balcani, dove i dati e le statistiche possono "prosperare", ma l'incapacità dell'economia capitalistica di svilupparsi in modo stabile è evidente, cosa che provoca l'acutizzazione di tutte le contraddizioni e i disordini politici.

In tutti i paesi dei Balcani si può osservare l'intensificazione dell'aggressività delle classi borghesi attraverso l'attuazione di dure politiche e misure antipopolari contro i lavoratori. In tutti i Balcani è stato imposto un "cimitero" dei diritti e delle conquiste che i lavoratori avevano sperimentato in passato, con l'obiettivo di servire lo sviluppo capitalistico, cioè la redditività capitalistica.

Allo stesso tempo, però, vengono utilizzati tutti i mezzi per manipolare i popoli e i giovani per tenerli intrappolati nell'ideologia borghese: alimentando false aspettative sullo sviluppo e sulle prospettive del modo di produzione capitalistico, elevando la repressione di stato e padronale, promovendo il nazionalismo, l'anticomunismo e l'oscuramento del socialismo. E da questa tribuna intendiamo denunciare la legislazione anticomunista nei paesi dei Balcani, come in Romania, la persecuzione dei comunisti, come abbiamo visto di recente in Serbia contro quadri della Gioventù Comunista (SKOJ), e le azioni legali e penali nei confronti di decine di quadri del PC, in Turchia.

Questi sviluppi avvengono all'interno di un quadro di interazione e aumento del ruolo e intervento della UE e della NATO, dell'acuirsi della concorrenza interimperialista con la Russia e gli altri stati forti, sia a livello internazionale che regionale. Abbiamo già letto che la Russia mette in collegamento l'instabilità politica in FYROM con un piano di "rivoluzione colorata" che mira a rovesciare quelle forze politiche che non si allineano con le sanzioni applicate dall'Unione europea e dagli Stati Uniti contro la Russia.

Possiamo osservare anche un altro aspetto di queste contraddizioni qui a Salonicco. Entro due giorni (il 17/5) a partire da oggi si prevede che sarà inaugurata la costruzione del Trans Adriatic Pipeline - TAP, alla presenza dei leader dei paesi attraverso cui passerà il gasdotto (Azerbaigian, Turchia, Italia) e, naturalmente, dalla Grecia rappresentata dal Primo ministro Alexis Tsipras. La presenza dei rappresentanti della Commissione europea e degli Stati Uniti dimostrano che la costruzione delle infrastrutture energetiche, delle "arterie", come le chiamano, necessarie per tenere in movimento gli ingranaggi dell'economia capitalistica, è collegata alla continua lotta su chi controllerà i giacimenti di energia, le vie di trasporto, le quote di mercato. Ciò è dimostrato anche dai rappresentanti di queste potenze imperialiste all'inaugurazione, visto che è ben noto che gli stessi poteri (UE e Stati Uniti) hanno fatto di tutto per bloccare piani energetici simili russi nei Balcani, al fine di rendere la UE, come essi sostengono, indipendente dalla Russia.

Inoltre, sottolineiamo che a trarre benefici dalla costruzione della TAP saranno i gruppi di affari e non i lavoratori. Solo quando il popolo conquista realmente il potere può garantire relazioni interstatali reciprocamente vantaggiose nel settore energetico al fine di soddisfare le esigenze della gente. Solo tracciando un percorso di sviluppo radicalmente diverso, con la socializzazione delle risorse energetiche interne e delle infrastrutture, con il disimpegno dalla UE e dalla NATO, solo allora tali progetti potranno essere utilizzati per la prosperità del popolo e non per il profitto del capitale e, per aggiunta, senza il rischio che diventino "focolai" di contraddizioni interimperialiste.

L'inaugurazione del TAP dimostra quanto fosse infondata la valutazione di chi prometteva che tale progetto sarebbe oggettivamente diventato fattore di stabilità, sicurezza e pace dei paesi coinvolti in essi. Grecia e Albania sono coinvolti in questo progetto, ma questo non ha fornito una soluzione ai problemi nelle relazioni greco-albanesi, ad esempio, in relazione ai temi della ZEE. Al contrario, tutto suggerisce un'intensificazione della contesa. Grecia e Turchia sono coinvolti nel progetto, ma questo non risolve i problemi nelle relazioni greco-turche, non elimina la provocazione della borghesia turca, sotto la guida di Erdogan, che intensifica le violazioni dello spazio aereo greco e contesta i diritti di sovranità nel Mar Egeo.

Cari compagni,
Sappiamo che gli sviluppi nei Balcani non possono essere separati dagli sviluppi più generalmente in atto. Si tratta di una parte del quadro più ampio degli sviluppi della regione che include Ucraina, Siria, Iraq, Libia, ecc.

La guerra in Siria continua, senza escludere la possibilità di una nuova intensificazione e il suo smembramento in sfere di influenza.

Naturalmente, quanto sta sperimentando il popolo siriano avviene nel quadro del capitalismo. Vale a dire sul terreno economico in cui i mezzi di produzione, le ricchezze naturali, le vie di trasporto, possono essere comprati e venduti, in cui l'economia non funziona per soddisfare le esigenze contemporanee dei popoli ma per gli interessi e i profitti delle varie imprese e monopoli capitalisti. Nel caso specifico constatiamo che il "pomo della discordia" è costituito dalla ricchezza di minerali della Siria e del Mediterraneo orientale, del Nord Africa e del Medio Oriente nel suo complesso, così come dalle vie di trasporto dell'energia e dalle quote di mercato.

L'intervento imperialista in Siria si è concretizzato qualche anno fa per queste ragioni: accolto con la fanfara delle "primavere arabe", ha portato a un sanguinoso conflitto con oltre 250.000 morti e l'interferenza negli affari interni siriani inizialmente da parte degli USA, della UE e dei loro alleati nella regione e dalla fine dello scorso anno con l'intervento militare di Russia, Iran, ecc, al fianco del regime siriano su suo invito. Dietro il conflitto in questo paese e gli altri conflitti in corso, giacciono enormi interessi economici contrastanti sugli oleodotti che dalla Siria consentiranno lo sfruttamento della ZEE (zona economica esclusiva) siriana, oltre all'influenza militare e geopolitica nella regione del Medio Oriente.

La cessazione parziale e temporanea delle ostilità in Siria e dei colloqui di Ginevra, la contrattazione tra gli Stati Uniti e la Russia non garantiscono una pace stabile in favore dei siriani o di altri popoli della regione. Nelle condizioni di "pace" temporanea - a dire il vero, una pace con la pistola alla tempia dei popoli - con costanti interferenze negli affari interni della Siria, l'acuirsi del problema curdo e le trattative geo-strategiche delle maggiori potenze del sistema imperialista, si prepara una nuova fase di conflitti militari. A maggior ragione visto che il fronte ucraino è ancora aperto e ci sono focolai sparsi in altre regioni del pianeta.

Non bisogna farsi ingannare dagli argomenti utilizzati per giustificare l'intervento imperialista. Anche se venisse trovata una soluzione, un compromesso temporaneo tra gli interessi in conflitto in Siria oggi, nessuno può sapere quanto tempo durerà, o se lo scontro sarà semplicemente trasferito in un altro paese vicino, seminando distruzione per i popoli.

Dobbiamo chiederci:

Qual è l'obiettivo degli Stati Uniti e della NATO nel localizzare il loro cosiddetto scudo anti-missile in Europa orientale, incluse le basi in Romania e Bulgaria, utilizzando anche la loro posizione nel Mar Egeo? E' questo sviluppo correlato agli sforzi della NATO di raggiungere la superiorità nucleare sulla Russia? Per quale motivo, quando il governo Syriza-Anel sostiene che non ha nemmeno un euro per i bisogni di base nel settore sanitario e dell'istruzione, vuol partecipare attivamente a tutte le missioni imperialiste e alle esercitazioni militari della NATO, come " Thracian Star 2015" in Bulgaria, la scorsa estate, insieme con le forze aeree della Bulgaria, Polonia, Romania e Stati Uniti? Queste esercitazioni militari sono parte dei piani di guerra della NATO nella sua competizione con la Russia?

Non è forse ben noto che la forza navale schierata dalla NATO nel Mar Egeo non ha nulla a che fare con i rifugiati, come dicono, ma è lì per sostenere Erdogan, dopo il conflitto tra la borghesia turca e la Russia sul problema siriano, nonché alla luce del nuovo previsto intervento imperialista in Libia?

Cari compagni,
Gli interventi e le guerre imperialiste, causati negli ultimi decenni, a parte ogni altra cosa, hanno acuito ulteriormente il problema dei rifugiati e dell'immigrazione, che porta milioni di persone a lasciare le loro case per sfuggire al vortice della guerra, della povertà e della miseria.

Le decisioni della UE, la contrattazione con la Turchia, hanno portato all'intrappolamento di decine di migliaia di persone in Grecia, ora imprigionate in campi chiusi in condizioni miserabili. Le ONG sfruttano questa situazione e i fondi UE: la maggior parte di loro non svolge affatto un ruolo di reale solidarietà.

Sappiamo molto bene che questo problema non può essere risolto, fino a quando le guerre imperialiste continuano. Il capitale, in questa situazione, cerca anche di rafforzarsi, a volte usando il razzismo e la xenofobia, con l'obiettivo di dividere i lavoratori in base alla loro origine, lingua e religione; altre volte usando il cosmopolitismo, al fine di integrare un numero di rifugiati sufficiente a rinnovare la forza lavoro nelle economie capitaliste dell'UE e aumentare il tasso di sfruttamento. In queste condizioni, i comunisti in Grecia svolgono un ruolo di primo piano nel movimento di solidarietà con i rifugiati e gli immigrati, perché comprendiamo il loro diritto di cercare una vita più sicura in altri paesi, sulla base del rispetto del diritto internazionale dei rifugiati, pur nella consapevolezza che una soluzione definitiva al problema può essere trovata solo se i popoli di ciascun paese organizzano e lottano per rovesciare il sistema che crea le guerre, la povertà e i rifugiati. Proponiamo misure di soccorso immediato, come ad esempio il trasferimento nei paesi di destinazione finale, ma non cessiamo la nostra lotta contro le cause di questo problema in modo che possano essere formate le condizioni per permettere il ritorno dei migranti e dei rifugiati alle loro terre, padroni del loro destino.

Cari compagni,
La posizione dei Balcani ha un significato geostrategico particolare, in quanto è la porta d'ingresso a tre continenti (Europa, Asia, Africa) .Controllare i Balcani significa soprattutto controllare le vie di trasporto delle merci, compresa l'energia. Inoltre, la regione è una testa di ponte degli Stati Uniti e delle unioni imperialiste della NATO e dell'UE per il consolidamento economico e politico-militare della loro influenza nella regione dell'Eurasia, il Mar Nero, il Caucaso, il Mar Caspio, il Medio Oriente e il Nord Africa. Non è un caso vedere Stati Uniti e NATO rafforzare le loro posizioni militari con basi in Grecia, Bulgaria e Romania, in altri paesi balcanici, con il chiaro obiettivo di consolidare la loro presenza anche nel Mar Nero.

Questi piani entrano in conflitto con i piani della classe dirigente della Russia, che mira a rafforzare la sua posizione nel sistema imperialista mondiale, con la penetrazione del capitale e delle materie prime russe nei Balcani, con la creazione di nuove "rotte energetiche", aumentando le quote dei suoi monopoli nei mercati, e, naturalmente, mantenendo il deterrente del suo arsenale nucleare (cioè mantenendo la sua capacità di ritorsione in caso di primo attacco nucleare).

La situazione è resa ancora più complicata dai corrispondenti piani delle classi borghesi dei paesi capitalisti nella nostra regione, utilizzando le minoranze nazionali, religiose e linguistiche.

Questa rete di contraddizioni interimperialiste, in cui l'UE, la NATO e gli Stati Uniti giocano il ruolo dominante, minaccia anche i popoli dei Balcani con il pericolo di una guerra che causerebbe distruzioni indicibili e miseria. È quindi di primaria importanza per il movimento comunista e operaio evidenziare questi pericoli, rivelarne le cause implicite nel sistema capitalista e anche per alzare barriere ideologico-politiche in modo che falliscano i dilemmi fuorvianti della borghesia di ciascun paese, che cerca di mettere i popoli sotto la propria bandiera. A volte il pretesto è la presunta "guerra contro il terrorismo" o contro le armi di distruzione di massa possedute da "persone cattive", altre volte per la "salvaguardia" dei diritti delle minoranze o in altri momenti per idee chiaramente scioviniste-espansioniste e irredentiste.

In realtà, i partiti comunisti nella nostra regione devono combattere contro i punti deboli che hanno e prendere le misure necessarie per rafforzare la lotta comune dei popoli dei Balcani contro la partecipazione dei nostri paesi in interventi e guerre imperialiste, contro la fornitura di basi e infrastrutture militari per le esigenze della NATO e dell'UE. Contro l'adesione di nuovi paesi alle organizzazioni imperialiste della NATO e dell'UE e in favore del disimpegno da loro, cosa che riteniamo venga garantita dal potere operaio.

Compagni,
Permettetemi di dire qualche parola sugli sviluppi in Grecia, che giudichiamo particolarmente istruttivi e utili per gli altri popoli dei Balcani. La crisi capitalistica in atto ha portato i lavoratori a perdite enormi per quanto riguarda le loro conquiste sociali, il reddito e anche il rapido aumento della disoccupazione. Il governo Syriza-Anel ha raccolto il "testimone" dei due protocolli adottati dai governi ND-Pasok, mantenendo tutte le misure antipopolari in atto e scaricando nuovi oneri sulla classe operaia e gli altri strati popolari. I famosi "negoziati" [tra Tzipras e troika, ndt] non miravano affatto ad alleviare questi oneri, anzi, sono un modo per alleggerire il carico dei capitalisti e consentire la loro ripresa e profitto sulle rovine dei diritti operai e popolari. Riguardo questa situazione vi è una spiccata competizione dell'UE e del FMI, così come l'emergere di scenari contrastanti per il futuro dell'UE, in combinazione con il futuro della zona euro, con i principali partiti di opposizione in Gran Bretagna, Francia e Germania. Tutto questo accade sullo sfondo delle preoccupazioni per l'economia globale e il rallentamento della crescita capitalistica, così come la crescente concorrenza tra i grandi gruppi imprenditoriali, degli stati e le alleanze internazionali.

Oggi le cose su cui il KKE metteva in guardia sono diventate chiare alla gente. Cioè non può esserci alcuna via d'uscita alla crisi del capitalismo a favore del popolo all'interno delle unioni imperialiste, come l'UE, e all'interno del percorso di sviluppo capitalista.

In queste condizioni, il compito primario dei lavoratori e delle persone è l'organizzazione e la lotta per difendere i propri diritti, per il recupero delle perdite subite, per evitare che entrino in vigore le nuove misure che smantellano la previdenza sociale, aumentano lo sfruttamento degli operai, dei contadini, dei piccoli lavoratori autonomi, per tutelare i disoccupati e i diritti dei giovani e delle donne. Su questa strada può essere costruita una nuova grande alleanza, che colpirà questo sistema marcio e i gruppi monopolistici. Il KKE dedica tutte le sue forze in questa direzione. Il nostro sforzo comune per rafforzare il movimento di classe, il movimento dei piccoli e medi contadini, dei ceti medi urbani, delle donne, dei giovani in tutti i paesi dei Balcani, è un contributo importante per il cambiamento della situazione attuale nella nostra regione.

Per il KKE, il percorso per la formazione dell'alleanza sociale richiede il raggruppamento del movimento della classe operaia e il rafforzamento del lavoro dei comunisti nei sindacati e sui luoghi di lavoro. Nel periodo a venire, possiamo concentrarci maggiormente sullo studio delle condizioni necessarie per l'organizzazione della classe operaia, per l'espansione del lavoro dei comunisti nei sindacati dei Balcani.

La nostra opinione è che questa necessità del raggruppamento del movimento operaio non può essere realizzata senza la lotta politica e ideologica indipendente del Partito comunista, senza la sua attività di primo piano per la difesa degli interessi della classe operaia e degli altri strati popolari e, soprattutto, non senza un fronte contro tutte le forze politiche borghesi, sia liberali e socialdemocratiche, così come contro l'opportunismo, che semina false speranze tra i lavoratori e, alla fine, porta alla delusione e induce la dissoluzione del movimento operaio e popolare. Tuttavia, sottolineiamo da questo podio che le "lotte sprecate sono solo quelle non combattute"; la delusione verso il governo Syriza-Anel per ampi strati della nostra popolazione, deve essere rovesciata e al suo posto ci deve essere un rafforzamento della determinazione di conflitto con il sistema che abolisce e riduce i diritti dei lavoratori e dei popoli, con l'UE e la NATO che infliggono nuovi tormenti ai popoli. Per lottare per il potere operaio e popolare, che metterà fine al potere dei monopoli, il capitalismo che da origine alle crisi, all'antagonismo, alle guerre imperialiste, alla povertà, alla disoccupazione e ai rifugiati.

La lotta per il socialismo è ciò che conferisce la forza ed è in grado di supportare l'attività quotidiana dei PC nel movimento operaio e popolare. Non è un caso che il nemico di classe concentri il suo attacco contro il socialismo, con calunnie contro il socialismo e con l'anticomunismo. Ci deve essere un rafforzamento della nostra lotta comune contro il veleno dell'anticomunismo, contro le persecuzioni contro i PC e i comunisti. Dobbiamo rafforzare la lotta comune contro il fascismo, il razzismo e lo sciovinismo-espansionismo.

In questa direzione, utilizzando il 100° anniversario della Rivoluzione Socialista d'Ottobre, che onoreremo il prossimo anno, 2017, possiamo compiere dei passi verso l'organizzazione di eventi congiunti sulla storia e il contributo del movimento comunista nei Balcani.

 

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


16.05.2016