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Critica di alcune attuali concezioni opportunistiche sullo Stato

Contributo della Sezione delle Relazioni Internazionali del Comitato Centrale del KKE alla XI Conferenza Annuale Internazionale "V.I. Lenin, la Rivoluzione d'Ottobre e il mondo contemporaneo"

L'importanza e vigenza dell'opera di Lenin sullo Stato

100 anni fa, pochi mesi prima della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre, in condizioni politiche particolarmente difficili e complesse, V.I. Lenin scrisse un'opera di importanza fondamentale, "Stato e Rivoluzione", che fu pubblicata per la prima volta dopo la Rivoluzione d'Ottobre, nel 1918.

In questa opera, Lenin ha evidenziato l'essenza e analizzato la natura di classe dello Stato: "Lo Stato è il prodotto e la manifestazione degli antagonismi inconciliabili tra le classi. Lo Stato appare là, nel momento e in quanto, dove, quando e nella misura in cui gli antagonismi di classe non possono essere oggettivamente conciliati. E, per converso, l'esistenza dello Stato prova che gli antagonismi di classe sono inconciliabili."[1]

Lenin nella sua opera stabilisce anche la necessità e la vigenza della rivoluzione socialista e dello Stato operaio.

Basato sulle concezioni di K. Marx e F. Engels riguardanti la questione dello Stato, formulate in varie opere come "Il Manifesto del Partito Comunista", il "18 Brumaio di Luigi Bonaparte", "La guerra civile in Francia", "Critica del programma di Gotha", la lettera di Engels a Bebel del 18 marzo 1875, l'introduzione di Engels alla terza edizione dell'opera di Marx "La guerra civile in Francia" ecc., rispetto alla dittatura del proletariato. Le conclusioni che Marx e Engels hanno tratto dallo studio e generalizzazione dell'esperienza e degli insegnamenti delle rivoluzioni furono che la classe operaia può conquistare il potere politico e stabilire la dittatura del proletariato solo attraverso la rivoluzione socialista che distrugge la macchina statale borghese e crea un nuovo apparato statale. Quindi, possiamo riferirci a Marx che nella sua opera "Critica del Programma di Gotha" evidenziò come: "Tra la società capitalistica e la società comunista vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell'una nell'altra. Ad esso corrisponde anche un periodo politico transitorio, il cui Stato non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato"[2].

Lenin ha sottolineato l'importanza fondamentale di questo tema per coloro che comprendono l'esistenza e il ruolo determinante della lotta di classe nel progresso sociale, rilevando che "…merita un'attenzione particolare la osservazione straordinariamente profonda di Marx che la distruzione della macchina burocratica e militare dello Stato è "la condizione preliminare di ogni reale rivoluzione popolare"[3] e sottolineando che "marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato".[4]

Inoltre, Lenin ha cercato di descrivere le caratteristiche della formazione socio-politica comunista, gli aspetti fondamentali dello Stato socialista, criticando severamente le idee opportunistiche e anarchiche in relazione allo Stato.

Naturalmente, questo lavoro specifico di Lenin, così come per il resto dell'intera collezione titanica delle sue opere, non può essere separato da altri suoi scritti, come ad esempio "La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky", e deve essere sempre legata dialetticamente con gli sviluppi storici. In ogni caso, però, l'approccio leninista allo Stato è un'eredità enorme per il movimento comunista internazionale, che deve esser utilizzata in modo adeguato per respingere le concezioni socialdemocratiche e opportunistiche sullo Stato, che sono penetrate e continuano a penetrare nel movimento comunista internazionale. Di conseguenza, l'obiettivo di questo contributo non è quello di presentare le posizioni leniniste o esporre citazioni appropriate di Lenin, ma di fornire una risposta alle concezioni opportunistiche contemporanee attraverso la concezione marxista-leninista dello Stato. Questo è ancora più rilevante oggi, quando molte delle questioni che Lenin ha combattuto a suo tempo, stanno riemergendo nuovamente con nuove o vecchie forme.

La concezione "neutrale" aclassista dello Stato

Le forze dell'opportunismo europeo costituiscono lo strumento fondamentale per l'ulteriore abbattimento delle caratteristiche dei partiti comunisti e operai. Si tratta di forze che funzionano come veicoli dell'ideologia borghese all'interno del movimento operaio. In Europa hanno stabilito un proprio centro ideologico, politico e organizzativo: il "Partito della Sinistra Europea" (SE), a cui si sono uniti alcuni partiti comunisti, che precedentemente furono profondamente influenzati dalle idee dell'eurocomunismo, come i partiti comunisti di Francia e Spagna. Per la Grecia partecipa SYRIZA che ha nelle sue file forze che si separarono dal KKE nel 1968 influenzate dall'eurocomunismo, poi nel 1991 sotto l'influenza del "Nuovo Pensiero" di Gorbaciov e in seguito si unirono con forze del socialdemocratico PASOK.

Queste forze affermano che: "Lo Stato, tuttavia, non è una fortezza, ma una rete, una relazione e un campo strategico della lotta politica. Non cambia da un giorno all'altro, ma piuttosto la sua necessaria trasformazione presuppone battaglie continue e costanti, il coinvolgimento del popolo, la democratizzazione continua". [5]

Come si evince da questo, lo Stato borghese non è considerato da costoro per sua stessa natura un organo di dominio della borghesia, ma un insieme di istituzioni che si possono trasformare in una direzione favorevole al popolo. Sulla base di questo punto di vista, si afferma che il carattere delle istituzioni dello Stato borghese, lo Stato borghese nel suo complesso, può esser adattato, a condizione che predominano i "governi di sinistra".

Si tratta chiaramente di un punto di vista forviante, perché praticamente separa lo Stato dalla sua base economica, dalle relazioni economiche dominanti. Crea illusioni tra i lavoratori che il ruolo dello Stato borghese e delle sue istituzioni (ad esempio parlamento, governo, esercito, polizia) dipendano da quale forza politica (di "sinistra" o di "destra) sia dominante in essi.

Allo stesso modo, pericolose opinioni si stanno fomentando oggi in vari paesi dell'America Latina attraverso il concetto di "progressismo", attraverso i vari governi "progressisti" e di "sinistra" che dopo le loro vittorie elettorali tentano di seminare illusioni tra le persone che il sistema si possa cambiare attraverso le elezioni borghesi e i referendum.

In realtà, tuttavia, non esiste alcuna "neutralità" di classe dello Stato borghese e delle sue istituzioni. Il marxismo-leninismo ha dimostrato che lo Stato ha un contenuto di classe chiaro, che non può essere utilizzato a favore della classe operaia e del cambiamento sociale attraverso processi elettorali e soluzioni governative borghesi.

Sulla concezione dello "Stato profondo"

Alla salita di SYRIZA al governo della Grecia, varie forze opportuniste in tutto il mondo gioirono. La sua cooperazione con il partito nazionalista ANEL nel governo è stata interpretata da alcuni come un tentativo di controllare lo Stato profondo della Grecia attraverso questa alleanza politica governativa[6]. Allo stesso modo, le dichiarazioni di A. Tsipras che la Grecia "appartiene all'Occidente" e che non era all'ordine del giorno la questione del ritiro dalla NATO, furono presentate da alcuni, anche prima delle elezioni, come una mossa intelligente[7].

Ma a cosa serve questa visione frammentata dello Stato borghese? Naturalmente, all'interno dell'apparato statale dello Stato borghese, esistono strutture con diverse funzioni e compiti. Tuttavia, questo non vuol dire che lo Stato si separi in sezioni "dure" e sezioni "morbide". Così, ad esempio, i municipi, i servizi municipali sono parte integrante dell'amministrazione borghese, in quanto l'amministrazione locale è responsabile anche di agire nel quadro legislativo reazionario e antipopolare approvato da governo borghese e maggioranza parlamentare. I comunisti nel nostro paese sono attivi nell'Amministrazione locale, cercano di ottenere la maggioranza nei comuni e ci sono riusciti in cinque municipi del paese, tra essi la terza città più grande del paese, Patrasso; tuttavia, non fomentano nei lavoratori l'illusione sul carattere di questa sezione dello Stato borghese. Cercano, sia dall'opposizione che come maggioranza nell'amministrazione comunale, di utilizzare la loro posizione per sviluppare la lotta di classe e non per "purificare" il capitalismo, cioè quello che sostengono SYRIZA e altre forze opportuniste.

A queste forze opportuniste conviene la separazione dello Stato borghese in comodi frammenti. In primo luogo, perché di questo modo possono nascondere il fatto che l'apparato statale, indipendentemente dalle diverse funzioni secondarie delle sue sezioni, è al servizio della borghesia. In secondo luogo, perché così seminano tra i lavoratori l'illusione che gradualmente, partendo dalla "periferia" dello Stato borghese e marciando verso il "centro", verso la sua "profondità", possano "purificarlo", trasformarlo in uno Stato a favore del popolo.

Concezioni utopiche simili sono fomentate dalle forze opportuniste anche rispetto alle unioni capitaliste inter-statali, come l'Unione Europea imperialista. Infatti, stanno affermando che attraverso i referendum o il sorgere di governi di sinistra e socialdemocratici, si potrebbe creare "una struttura democratica per il continente" con il "rispetto dei diritti democratici e sovrani dei popoli"[8]. In realtà, queste affermazioni deliberatamente escludono il carattere classista di questa unione inter-statale, che nasce dal carattere di classe degli Stati borghesi che la costituiscono e che dalla sua nascita, come "Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio" nel 1952, ha servito gli interessi del capitale.

L'espansione della democrazia nello Stato borghese come "un passo" verso il socialismo

Lenin si scontrò ferocemente con coloro che, come Bernstein, sostenevano che sia possibile riformare il capitalismo, che sia possibile la trasformazione riformista graduale della società. In seguito, in Europa ebbero grande appoggio i punti di vista dell'Eurocomunismo, che essenzialmente sostengono che i comunisti mediante la via parlamentare e l'ampliamento della democrazia possono trasformare lo Stato borghese a favore del popolo.

Il KKE, che ha combattuto questi punti di vista e continua ancora oggi a farlo, ha stimato che analisi simili effettuate dal PCUS hanno fatto un grande danno al movimento comunista internazionale. Questi punti di vista hanno influenzato il movimento comunista internazionale principalmente dopo il XX Congresso del PCUS e parlavano di "transizione parlamentare"[9]. Pertanto, consideriamo che le opinioni che si sviluppano su questa base e che sostengono l'abolizione dei principi fondamentali della rivoluzione e della costruzione socialista, come ad esempio la discussione sulla "diversità di forme di transizione al socialismo" o la cosiddetta "via non capitalista di sviluppo" ecc., sono problematiche.

Il KKE ha tratto conclusioni e ha rifiutato le "fasi verso il socialismo", che hanno tormentato il movimento comunista internazionale fino ad oggi, in quanto, a causa di queste "fasi", da una parte negano il ruolo del Partito Comunista, come forza di rovesciamento del capitalismo, in nome dei compiti "attuali" nel quadro del sistema (ad esempio l'obiettivo di ripristinare la democrazia borghese in caso di dittatura), e dall'altra parte seminano le illusioni circa una "transizione parlamentare" al socialismo.

Il KKE studia la sua storia, trae conclusioni importanti dalle lotte eroiche dei comunisti negli ultimi decenni. Il Comitato Centrale del KKE nella sua recente dichiarazione per il 50° anniversario della dittatura in Grecia, evidenzia tra le altre cose: "Il KKE e il movimento operaio e popolare lavorano e lottano per agire nelle migliori condizioni possibili, per facilitare la loro lotta e ampliare in generale il quadro d'intervento contro il capitale e il suo potere. Lottano per le libertà e diritti, al fine di rimuovere gli ostacoli alle loro attività, al fine di limitare – per quanto possibile - la repressione statale"[10]Tuttavia, il nostro Partito, studiando la storia, ritiene che: "La dittatura ha fornito nuove esperienze che dimostrano il carattere fondamentale dell'idea che dominava il Movimento Comunista Internazionale e il KKE, che il cammino della lotta per una democrazia borghese avanzata è terreno fertile per concentrare forze e avvicinarsi al processo rivoluzionario, che la lotta per la democrazia è dialetticamente legata con la lotta per il socialismo. Questa idea ha impedito al Partito di mettere mostrare la dittatura militare come forma della dittatura del capitale, ostacolando l'orientamento della lotta popolare nel suo complesso contro il nemico: la dittatura della borghesia e le sue alleanze imperialiste, come la NATO"[11].

Oggi, simili punti di vista errati vengono promossi all'interno del movimento comunista. Si tratta di opinioni che parlano di "stadi" nel cammino verso il socialismo, o di "penetrazione" dei comunisti al potere, con il fine, in entrambi i casi, di "espandere" la democrazia, come primo stadio verso il socialismo.

In pratica, tali opinioni rimandano ad un futuro lontano la lotta per il rovesciamento dello sfruttamento capitalistico, intrappolano e restringono il movimento operaio nel quadro della sola lotta per migliorare la vendita della forza lavoro, negando l'orientamento della lotta per la radicalizzazione del movimento operaio, il suo raggruppamento, la concentrazione di forze sociali, che hanno interesse nell'entrare in conflitto con i monopoli e possono lottare per rovesciare il capitalismo e costruire la nuova società socialista-comunista.

La nazionalizzazione delle imprese capitalistiche come passo per cambiare la natura dello Stato

Confusioni simili esistono inoltre in temi economici. Per molti anni, il movimento comunista internazionale, che è stato, e in gran misura continua ad esserlo, intrappolato nella logica delle "fasi" verso il socialismo, ha visto il rafforzamento del settore statale dello Stato borghese come un passo verso il socialismo.

Di fatto, fino ad oggi, alcuni fraintendono la posizione leninista secondo cui "il capitalismo monopolistico di Stato è la preparazione materiale più completa del socialismo, è la sua anticamera, è quel gradino della scala storica che nessun gradino intermedio separa dal gradino chiamato socialismo."[12] Questo per giustificare il sostegno attivo e la partecipazione dei comunisti in una gestione borghese con un settore statale ampliato dell'economia. Ma in questo modo intendono erroneamente il capitalismo monopolistico statale come l'esistenza di un settore statale forte nell'economia e non come imperialismo, come fase superiore del capitalismo, come descritto da Lenin.

La vita ha dimostrato che il capitalismo, in linea con le sue necessità, può mirare al fatto che una gran parte dell'economia del paese sia sotto la direzione statale. Così, ad esempio, negli anni '70 e '80 la maggior parte dell'economia greca era nelle mani dello Stato, ma ciò non ha affatto modificato il carattere dello Stato borghese. Né, naturalmente, significa che una politica di graduale nazionalizzazione delle imprese private, che di solito significa che i capitalisti semplicemente passano i loro debiti allo Stato, possa portare ad un cambiamento del suo carattere. Finché il potere è nelle mani della borghesia, lo Stato (con un settore statale più forte o più debole) sarà borghese e la classe dominante agirà come un "capitalista collettivo" di proprietà statale.

Il nome dello Stato come riflesso della sua natura

Lenin descrisse gli aspetti fondamentali dello Stato dei lavoratori. Non possiamo chiudere gli occhi davanti l'analisi di Lenin e orientarci semplicemente agli aggettivi che accompagnano il nome di uno Stato. Oggi, ad esempio, sono sorte la "Repubblica Popolare di Lugansk" e la "Repubblica Popolare di Donetsk". Qual è il carattere di queste autoproclamate "Repubbliche Popolari"? E in questa discussione potremmo ricordare l'esistenza, ad esempio, della "Repubblica Democratica del Congo", dove i bambini lavorano nelle miniere e in condizioni terribili in modo che i monopoli stranieri ottengano il cobalto e il rame.

Noi riteniamo di non potere giudicare uno Stato e la nostra posizione su di esso, esclusivamente sulla base di come si autodefinisce e dei suoi proclami. Un criterio fondamentale deve riguardare quale classe possiede i mezzi di produzione e detiene il potere di uno Stato specifico. Che tipo di rapporti di produzione predominano in questo paese? E questo perché lo Stato per i marxisti-leninisti è una "macchina repressiva", che oggettivamente nella nostra epoca, nel 21° secolo, nell'epoca del passaggio dal capitalismo al socialismo, inaugurata dalla Rivoluzione d'Ottobre, sarà o nelle mani della borghesia o nelle mani della classe operaia. Non esiste una via intermedia!

Non dobbiamo dimenticare che come sempre, e oggi non c'è alcuna eccezione, le classi borghesi cercano di occultare i loro obiettivi, per nascondere il carattere di classe del loro Stato. Un metodo "classico" che utilizza la borghesia per camuffare lo Stato, è la proiezione del suo carattere "nazionale", presentando lo Stato come "arma" di difesa dell'intera nazione. Oggi, i borghesi non esitano ad utilizzare diverse "armi" di propaganda per sottomettere "sotto le sue bandiere" il movimento operaio. I comunisti, il movimento operaio nel suo complesso, devono dimostrare un alto grado di vigilanza quando i politici borghesi, che contribuirono alla restaurazione capitalista nell'ex URSS, utilizzano oggi la "carta dell'antifascismo".

Oggi, mentre la borghesia accresce le forze fasciste, alcune delle quali cercano persino di svolgere un ruolo nel governo, come ad esempio in Ucraina, si stanno rafforzando gli appelli affinché si formino nuovi "fronti antifascisti" e per le alleanze anche con forze politiche borghesi e persino con gli Stati borghesi che appaiono sotto un "mantello antifascista". Tuttavia, come ha giudicato il KKE nella sua Dichiarazione del Comitato Centrale per il 70° anniversario della fine della II Guerra Mondiale Imperialista e la Grande vittoria antifascista dei popoli: "Lo stato borghese reazionario non è né desideroso né capace di affrontare alla radice il nazismo; né i cosiddetti "fronti antifascisti", un'alleanza del movimento operaio e popolare con forze politiche borghesi. Solo l'alleanza popolare, lo sviluppo della lotta di classe con l'obiettivo di rovesciare il potere dei monopoli, il sistema capitalista può affrontare il nazismo".[13]

Inoltre, il KKE considera che oggi non si debba metter da parte l'obiettivo del potere dei lavoratori per un altro obiettivo, un governo di transizione sul terreno del capitalismo, in nome del deterioramento della situazione della classe operaia e degli strati popolari, a causa della crisi economica prolungata e profonda, della guerra imperialista, del terrorismo aperto contro il PC e il movimento operaio da parte delle organizzazioni nazi-fasciste, le provocazioni, l'intensificazione della violenza statale.[14]

L'edificazione socialista e lo Stato nel socialismo

Da decenni, i socialdemocratici e gli opportunisti, tra gli altri, stanno realizzando uno sforzo sistematico per cancellare qualsiasi approccio scientifico al socialismo e al suo Stato. Leggiamo ad esempio nel materiale del centro opportunista d'Europa, il Partito della Sinistra Europea, che difende "la prospettiva di un socialismo democratico". E questa "prospettiva socialista" viene definita dal PSE come "una società di giustizia fondata sulla combinazione della ricchezza e dei mezzi di produzione e della sovranità della scelta democratica, in armonia con le risorse limitate del pianeta". Una simile confusione e approccio antimarxista rispetto la società socialista si moltiplicano negli ultimi anni con i vari "socialismi" dell'America Latina. Dal cosiddetto "Socialismo del XXI secolo" di Chávez al cosiddetto "socialismo del buon vivere" in Ecuador, dove si utilizza come moneta nazionale il dollaro statunitense.

Essi mirano a ignorare il fatto che alla base di ogni formazione socio-economica c'è uno specifico modo di produzione, che è l'unità dialettica delle forze produttive e dei rapporti di produzione. Le relazioni di produzione nel suo insieme, in tutte le fasi del processo di riproduzione - produzione, distribuzione, scambio, consumo – costituiscono la base economica della società. Approcciando questa questione scientificamente, Lenin segnalò che: "nella produzione sociale della loro esistenza, gli uomini entrano in rapporti determinati, necessari, indipendenti dalla loro volontà, in rapporti di produzione che corrispondono a un determinato grado di sviluppo delle loro forze produttive materiali. L'insieme di questi rapporti di produzione costituisce la struttura economica della società, ossia la base reale sulla quale si eleva una sovrastruttura giuridica e politica e alla quale corrispondono forme determinate della coscienza sociale"[15].

J.V. Stalin ha osservato che: "Esistono due tipi di produzione: quello capitalistico – compreso il capitalismo di stato – in cui vi sono due classi e nel quale la produzione si svolge per il profitto del capitalista; e un altro tipo, il tipo socialista di produzione, nel quale non esiste sfruttamento, i mezzi di produzione appartengono alla classe operaia e le aziende non lavorano per il profitto di un'altra classe, ma per estendere l'industria nell'interesse degli operai nel loro insieme."[16]

Per questo il KKE rifiuta le diverse interpretazioni del socialismo che non hanno nulla a che vedere con la concezione marxista-leninista e come spesso ha sottolineato in relazione ai vari punti di vista del PSE o dei diversi "socialismi" dell'America Latina, essenzialmente cercano di promuovere la posizione opportunista della "umanizzazione" del capitalismo, della "utopia della democratizzazione dello Stato borghese", mentre l'economia capitalista "mista" viene presentata come nuovo "modello" di socialismo. "La logica delle specificità nazionali ha costituito lo strumento dell'"eurocomunismo" per negare le leggi scientifiche della rivoluzione e della costruzione socialista, e oggi il problema si manifesta con gli stessi o con simili argomenti (…) per giustificare la sostituzione della via rivoluzionaria con il parlamentarismo, la degradazione del socialismo a cambiamenti governativi della gestione borghese, come fa ad esempio il Forum di San Paolo. La costruzione socialista è un processo unificato che inizia con la presa del potere della classe operaia, affinché si crei un nuovo modo di produzione che predominerà con la piena abolizione dei rapporti capitalisti e del conflitto capitale-lavoro salariato. La socializzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione centrale sono leggi scientifiche della costruzione socialista, condizioni necessarie per la soddisfazione dei bisogni del popolo."[17]

Il KKE studiando l'esperienza della costruzione socialista, considera errate le riforme economiche del 1965 in Unione Sovietica. Sono state riforme che hanno dato priorità alle "riforme del mercato" e riportato il ruolo del profitto nell'economia socialista. Di conseguenza, emersero gli interessi delle imprese che non erano sempre in armonia con gli interessi della società. Le riforme errate nell'economia si combinarono con le rispettive direzioni errate nella sovrastruttura politica (ad esempio lo stato di tutto il popolo) e nella strategia del movimento comunista internazionale (ad esempio la politica di "coesistenza pacifica"). Il nostro Partito non è d'accordo con le valutazioni dei partiti comunisti che sono stati trascinati nella dannosa corrente del "Maoismo" e che ritenevano che da un momento all'altro, immediatamente dopo il 20° Congresso, smise di esistere lo Stato operaio o che addirittura si trasformò in "socialimperialismo", partecipando in questo modo alla propaganda antisovietica. Al contrario, il nostro Partito, difende il contributo dell'URSS al movimento comunista e operaio, considera che nell'URSS si costruì il socialismo ma che il 20° Congresso del PCUS è stato un "punto di svolta" perché in esso si adottarono una serie di posizioni opportunistiche su questioni economiche, della strategia del movimento comunista e delle relazioni internazionali.

Oggi, dopo 30 anni dalla controrivoluzione in URSS, in Europa Centrale e Orientale, riteniamo sia èavanzata la restaurazione capitalistica della Cina. Lì predominano i rapporti di produzione capitalisti. Allo stesso tempo osserviamo il continuo rafforzamento delle relazioni capitalistiche in paesi che cercavano di costruire il socialismo, come Vietnam e Cuba.[18]

Alcuni compagni di altri partiti comunisti sostengono che gli sviluppi di questi paesi ricordino la NEP del periodo di Lenin. In altri testi[19] abbiamo segnalato le differenze tra la NEP e i cambiamenti realizzati in questi paesi. Il nostro partito in base al lungo studio dell'esperienza dell'Unione Sovietica è molto preoccupato per il risultato di questi cambiamenti. E questo perché la socializzazione dei mezzi concentrati di produzione e la pianificazione centrale nella distribuzione della forza lavoro e dei mezzi di produzione, l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo per la maggioranza dei lavoratori sono condizioni fondamentali e necessarie, non solo per l'inizio della costruzione socialista, ma anche per la sua continuazione.

Inoltre, come aveva osservato Lenin: "La dittatura del proletariato (…) non è soltanto violenza contro gli sfruttatori, e neppure principalmente violenza. Base economica di questa violenza rivoluzionaria, garanzia della sua vitalità e del suo successo è il fatto che il proletariato rappresenta e realizza, rispetto al capitalismo, un tipo più alto di organizzazione sociale del lavoro. Questa è la sostanza, qui sta la sorgente della forza e la garanzia dell'ineluttabile e completa vittoria del comunismo."[20] E' chiaro che questo "tipo più alto di organizzazione sociale" non può aver alcuna relazione con il nepotismo. Nel rapporto del Comitato Centrale del KKE per il 20° Congresso del Partito si sottolinea che: "La Corea del Nord ha continuato a rafforzare le cosiddette "zone economiche libere", il "mercato". Il Partito del Lavoro della Corea dal alcuni anni ha abbandonato il marxismo-leninismo e promuove la teoria idealista del "Juche", parla di "kimilsungismo-kimjongilismo", violando ogni concetto di democrazia socialista, di controllo operaio-popolare, in un regime nepotista".[21]

Un altro un epilogo: dobbiamo "chiudere le brecce" della II Internazionale

Il KKE ha realizzato un profondo studio delle cause che portarono al rovesciamento del socialismo nell'URSS, seguendo il cammino del lungo studio e discussione all'interno del Partito e dedicando il suo 18° Congresso (nel 2009) a dar risposte complete su questa questione, giungendo a conclusioni valide per il futuro. Sulla base di questo sforzo, fondato sul marxismo-leninismo, il nostro Partito ha arricchito la sua comprensione programmatica del socialismo, cosa che si riflette nel nuovo Programma adottato nel 19° Congresso (2013).

Il Programma del KKE evidenzia tra le altre cose: "Il potere socialista è il potere rivoluzionario della classe operaia, la dittatura del proletariato. Il potere della classe operaia sostituirà tutte le istituzioni borghesi, distrutte dall'azione rivoluzionaria con nuove istituzioni create dal popolo."[22]

Inoltre, nel Programma del KKE si descrivono dettagliatamente:
La base materiale della necessità del socialismo in Grecia
I compiti del KKE per la rivoluzione socialista
I suoi compiti in modo più specifico sulla situazione rivoluzionaria
Il ruolo guida del Partito nella Rivoluzione
Il socialismo come prima fase inferiore del comunismo
La questione della soddisfazione delle necessità sociali
I principi fondamentali della formazione del potere socialista

Il 20° Congresso del KKE, che si è celebrato quest'anno, dal 30 marzo al 2 aprile 2017, ha posto il compito del pieno rafforzamento ideologico, politico e organizzativo del Partito e della sua Gioventù, come partito del rovesciamento rivoluzionario.

Cento anni fa, alla fine della sua opera "Stato e Rivoluzione", V.I. Lenin notò che la Seconda Internazionale era caduta completamente nell'opportunismo, che l'esperienza della Comune era stata dimenticata, travisata e aggiunse: "Invece di infondere nelle masse operaie la convinzione che si avvicina il momento in cui esse dovranno agire e spezzare la vecchia macchina statale, sostituirla con una nuova e fare del loro dominio politico la base della trasformazione socialista della società, si è inculcato in esse la convinzione contraria, e la "conquista del potere" è stata presentata in modo tale che mille brecce rimanevano aperte all'opportunismo."[23]

Oggi, 100 anni dopo la Grande Rivoluzione d'Ottobre e un anno prima del 100° anniversario della fondazione del nostro Partito, il KKE con le sue posizioni e le sue azioni, vuole chiudere "brecce e finestre" all'opportunismo. Questo è un presupposto per la realizzazione degli ideali di una società senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.

Note

[1] V.I. Lenin. "Stato e Rivoluzione", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.25, p.366

[2] K. Marx, "Critica al Programma di Gotha".

[3] V.I. Lenin, "Stato e Rivoluzione", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol. 25, p.392

[4] V.I. Lenin, "Stato e Rivoluzione", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol. 25, p. 389

[5] Dal programma di governo di SYRIZA

[6] The Real News Network, Intervista (28/1/2015) con Leo Panitch, Professore di Scienze Politiche alla Universidad de York, Toronto, Canadá. http://therealnews.com/t2/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=74&jumival=13071&updaterx=2015-01-28+01%3A16%3A04

[7] Articolo di Paul Mason (1/9/2015), ex giornalista della BBC, ex responsabile del reportage politico di Channel 4. http://www.irishtimes.com/opinion/paul-mason-what-unites-the-new-movements-of-the-left-1.2335322

[8] 5° Congresso del Partito della Sinistra Europea. Documento Politico: "Refound Europe, create new progressive convergence"

[9] Risoluzione del 18° Congresso del KKE sul Socialismo. Febbraio 2009

[10] Comunicato del CC del KKE sul colpo di Stato militare del 21 aprile 1967. "Risospastis", 5 marzo 2017

[11] Ibid.

[12] V.I. Lenin, "La catastrofe imminente e come lottare contro di essa", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.25, p. 341

[13] Dichiarazione del CC del KKE per il 70° anniversario della fine della II Guerra Mondiale Imperialista e della grande vittoria antifascista dei popoli. Aprile 2015

[14] Ibid.

[15] Lenin, "Karl Marx", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol. 21, p.47-48

[16] Stalin, XIV Congresso del PC(b) dell'URSS, Opere Complete, vol. 7, p. 345

[17] Discorso del KKE al 16° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai in Ecuador: http://www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemcem24-015434.htm

[18] Tesi del CC del KKE per il 20° Congresso

[19] Elisseos Vagenas, "Il ruolo internazionale della Cina", Kommunistikì Epitheorisi n°6 del 2010. http://www.resistenze.org/sito/te/pe/dt/pedtbm03-009813.htm

[20] Lenin, La Grande Iniziativa, Opere complete, ed. Editori Riuniti, vol. 29, p. 383

[21] Rapporto del Comitato Centrale del KKE al 20° Congresso del Partito, marzo 2017

[22] Programma del KKE, 2013.

[23] V.I. Lenin, "Stato e Rivoluzione", Opere Complete, ed. Editori Riuniti, vol.25, p.461



Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare